Interpretazione o conservazione? Personalizzazione o fedeltà? Interrogativi costanti quando ci si avvicina a un tribute-album, soprattutto quando oggetto dell’omaggio è una band celebre come i Pink Floyd. Facciamo un esempio: Mondo Naif e Fabio Zuffanti. La versione di “Have a cigar” proposta dai primi è un esempio di stoner deviato, tra Black Sabbath e Deftones, la “Julia Dream” del secondo pare scritta per lui tanto è aderente allo spirito dell’originale.

Tutto “One of my turns, a tribute to Pink Floyd” si muove su questa duplice direttrice: da una parte la rilettura alla luce della propria personalità, dall’altra l’adesione rispettosa alla struttura originaria dei brani. In linea di massima questo è lo spirito dei tributi targati Mag Music: dopo l’omaggio a Scisma e Santo Niente, il sito diretto da Marco Gargiulo esce dai confini nazionali per accostarsi al materiale floydiano. Anche l’approccio non cambia: mettere in mostra i più interessanti nomi dell’underground italiano, poco importa se lontani – idealmente e materialmente – dall’artista interpretato.

Fino ad ora i Pink Floyd hanno ricevuto tributi provenienti prevalentemente dall’area progressive: in questo caso è il mondo indie, stoner e alternative tricolore a rileggere grandi classici e brani minori, da “Pigs” a “Childhood’s end”. Il risultato è molto interessante a partire dal regime di free download, che indica una scelta di campo ben precisa. Fedeli i Ropsten, folleggianti come sempre i Senzafissa Dimoira, virata dark-wave per i Violet Pine, rocciosi i Dune: insomma una bella cartina di tornasole che testimonia come, alle prese con 15 classici, l’underground sappia farsi valere.

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D.Z.