Anche le qualità hanno effetti collaterali.
Così mi ha detto ieri sera un buon interlocutore col quale mi confronto. Il setting è un circolo: un percorso rettiliano che dal cervelletto è arrivato alla familiarità di Jekyll & Hyde. Le controindicazioni delle virtù.
Pensiamo alle copertine. Esistono grandi dischi introdotti da immagini dozzinali. Il più recente è Hunter and The Dogstar di Edie Brickell & The New Bohemians: un bell’album di canzoni brillanti ma con copertina dichiarativa, esplicita, per niente allusiva dunque retorica dunque non funzionale. Gianni Sassi e Caesar Monti dall’Olimpo dell’Immagine disapprovano.
Parleremo anche di loro domani a Sacile (PN) in occasione della Settimana della Cultura: nuovo appuntamento della rassegna Copertine come quadri, alla quale sono onorato di partecipare ogni anno per raccontare un po’ di discoart.
In Palazzo Ragazzoni alle 17 il mago delle copertine Renato Portolan ed io affronteremo la letteratura, Dante e il rock, un dialogo tra arti ancora oggi oggetto di studio.
Nell’attesa, il tavolinetto frecciargenteo si trasforma in pop desk policromo. I am a tree, so to speak, dice PB.