Sono reduce dal mio primo Lucca Comics.

Ho scortato mia figlia cosplayer Federica vestita da Jujutsu Kaisen per incontrare individui altrettanto camuffati da manga o anime preferiti e farsi tante foto con espressioni e gestualità congrue al clima delle Arti Occulte. Che poi Jujutsu Kaisen dovrebbe essere il nome del fumetto, il personaggio da lei interpretato mi pare si chiami Nobara o Nogara, il suo obiettivo principale era incontrare tale Gojo Santoro o Santoru. Tutta questa approssimazione su fatti, nomi e rituali certifica inesorabilmente la mia anzianità.

Sono stato uno dei 270.000 partecipanti: per me che ho scarsa tolleranza per gruppi superiori alle 10 unità è stata una bella sfida. Ciò che mi ha colpito di più, dopo il gruppo di cosplayer vestiti da Slipknot con carrello e cassa dal volume alto e il cinquantenne nel ruolo di Loris Batacchi con tanto di canotta traforata, è stato il sovvertimento delle regole. Una volta nelle mura del centro storico, dopo un po’ si entra nello spirito del Semel in anno licet insanire e si notano tre tipologie: la stragrande maggioranza composta da una marea di persone agghindate da Sailor Moon, Obi-Wan-Kenobi, famiglia Addams e Dragon Ball; la fetta paziente di genitori o nonni con aria sacrificata e sospiro di infinita attesa; infine una parte intermedia di tizi più o meno moderatamente eccentrici che camminano in uno strano limbo, come il ragazzone con taglio da mohicano e giubbetto color evidenziatore anni ’80, che mi ha incuriosito. Sarà vestito da sé stesso o interpreta un manga ignoto? Ai poster l’ardua sentenza.

Nell’affollatissimo ed elettrico stand saldaPress ho trovato qualcosa per me. Una graphic novel nuova di zecca, fatta di monti, animali e anime – non la roba giapponese di cui sopra. Mercoledì su Jam ci sarà la chiacchierata con l’autore, il bravissimo Michele Petrucci. A pagina 29 un ritratto che mi ha emozionato.