Secondo Junger la vita racchiude in sé ben più e ben altro che ciò a cui la borghesia si riferisce quando parla di ‘beni’.
Chissà quante volte ci avrà pensato il buon vecchio Pete, alla disperata ricerca di consolazioni per aver perso l’occasione della sua vita.

Fu defenestrato alle 11.00 di giovedì 16 agosto 1962, dopo aver tenuto il tempo nelle tre lussuriose stagioni ad Amburgo e nei duecento concerti sudati ed elettrizzanti al Cavern. Il resto è storia: Pete Forever Ringo Never, scazzottate e occhi neri, decenni di depressioni e sconforto mentre dall’altra parte si era più famosi di Gesù.
La leggenda invece racconta di un firmacopie lungo un chilometro al PAN durante la Mostra Rock! 2012, alla quale Pete aveva partecipato come special guest incoronato. In radio abbiamo tra le reliquie la registrazione del suo saluto in diretta dalla rassegna partenopea.

D’altronde un po’ Fab lo è stato anche lui. Secondo l’applicazione dell’emanazionismo alle rock band, se provieni dall’entità principale ne hai assorbito il carisma e sarai sempre un ex dorato e osannato, anche se ti cacciarono perché eri l’invidiato bel tenebroso, rifiutavi il caschetto e non sapevi andare oltre la cassa dritta. Plotino is the Best.

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