Premio Nobel a Mogol.
Premio copertina sbagliata: Paris Milonga di Paolo Conte.
Premio Bruttezza per le peggiori copertine: gli Scorpions.
Premio della Critica: White Album.
Premio Prepotenza: la mucca decontestualizzata di Atom Heart Mother.
Stefano Causa ha inanellato una serie di considerazioni affilate, a volte destabilizzanti, figlie di un immaginario iperstimolato e di una visione circolare nella quale le aree del sapere confluiscono senza paletti. Narrate così, le copertine acquisiscono una funzionalità, un’anima, una dignità completamente diverse.
Ieri da iocisto abbiamo presentato Dischi da Correre, un incontro pieno di vitalità, con il desiderio di raccontare cosa c’è dietro una cover, ma anche quanta vita c’è negli occhi di chi si ferma, respira, apre l’album e ascolta, immergendosi nell’immagine. Abbiamo anche improvvisato un blindfold test a sorpresa, sfoderando le icone di Guccini, Battisti, Pink Floyd, Janis Joplin, Pino Daniele e Donald Fagen.
Grazie al pubblico incuriosito e partecipe, un grazie speciale a Lino Vairetti che è venuto a farci una sorpresa: non potevamo non spremerlo con una testimonianza sullo storico contributo delle copertine dei suoi Osanna.
L’intera presentazione è visibile qui:
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