Non sarà stato Confucio, ma J. G. Bennett sapeva essere efficace nelle sue ficcanti sentenze gurdjieffiane: la forza interiore è molto più capace di quella esteriore; il mondo nuovo arriva solo se lo creiamo prima in noi stessi; non sono le organizzazioni a essere potenti ma le idee.
Stamane rileggevo il saggio sulle cover – Beatles vs. Joe Cocker, John Lennon vs. A Perfect Circle and so on – nel secondo InstaRock e ho pensato proprio alla forza delle idee. Non solo quelle dei brani originali che diventano veicoli culturali quando sono ripresi e personalizzati, ma anche quelle del progetto di cui Andrea Gozzi è regista da un po’ di anni.
La trilogia e la coppia InstaRock (alle quali ho avuto l’onore di partecipare) avrebbero meritato più attenzione ma molto spesso i contenuti non vanno a braccetto con l’hype. L’idea-forza del libro collettivo, della raccolta di saggi affidati soprattutto a punti di vista nuovi e giovani, resta vincente. Un piccolo arcobaleno elettrico.
Come diceva Bennett, “potete chiedervi come il lavoro di poche persone possa cambiare il mondo. E’ sempre stato così”. E aggiungeva cose segrete sulla saggezza, sui centri in cui stabilire giuste relazioni, sulla comprensione comune. I semi di un mondo nuovo: let’s rock.