Mudra Sounds VII.
In my new hometown ho conversato con Gianfranco Salvatore all’ombra del Paisiello. Fonti, studio, erudizione, lettori e orizzonti editoriali, approccio interdisciplinare e capacità critica di sfuggire all’accumulo delle copertine sbavate. Uno di quegli incontri karmici in cui in pochi minuti si materializzano mondi. Ci si riannoda.
Riascoltavo In Quiete.
Auto calda dei pomeriggi domenicali, ritorno da sabbie nere e acque un tempo lustrali. I CSI hanno rappresentato per me qualcosa di costitutivo, probabilmente sacro, anche se non ho mai – anzi non ho ancora – scritto su di loro. Credo che, nella mia vita di ascoltatore seriale attratto da elementi extramusicali, i CSI simboleggino le possibilità di una rinascita.
La provenienza punk invita a provarci anche se non si è alfabetizzati, anche se il proprio vocabolario contiene solo dolore, urgenza, rabbia e fame; il cammino che accumula un sapere esperienziale vivo, non cattedratico, ispira la rigenerazione.
Nella musica ognuno trova ciò che cerca. In Inquieto Ferretti canta ‘Ognuno si rincuccia dove può’. L’ho scoperto da poco. Avevo sempre capito ‘Ognuno si ricuce come può’, e ci avevo costruito una mia filosofia: quando ci si sana da soli una ferita si rinasce.
Si ama anche grazie agli errori.