Oggi una insistente spolverata di neve ha imposto una pausa.
Una sosta nel pensiero, si auspica anche in quello belligerante e malevolo, in quello ossessivo e paranoico che è più subdolo ma altrettanto dannoso per individui e nazioni.
Dopo aver rapidamente eretto un pupazzo – che nelle intenzioni delle cucciole doveva essere un monumento equestre e invece aveva le sembianze di Jabba The Hutt di Star Wars – ci siamo regalati un po’ di Batman super vintage. Nella mia memoria è legato ai momenti di pausa scolastici: quando si restava a casa causa influenza il mattino era sempre dominato da una puntatona, credo fosse Telecapri.
Abbiamo assistito all’episodio 7 della terza stagione, Batman e Robin contro il floreale Louie Lillá (Milton Berle nel ruolo del villain). Al di là del plot tragicamente insulso e del trionfo camp, mi ha colpito il dialogo moralista con il Commissario Gordon, uomo tutto d’un pezzo contro i temibili figli dei fiori: non sia troppo aggressivo con loro, gli suggerisce con paternalismo Batman dal basso dei suoi mutandoni, sono difficili se non impossibili da comprendere ma hanno il loro modo di affrontare i problemi del mondo.
La puntata risale all’ottobre 1967, dopo la Summer Of Love e il Funerale Hippie da parte dei duri e puri di Haight-Ashbury. Non sarebbe male ripristinare un po’ di quel pensiero morbidamente critico, che sotto la neve o al caldo californiano non ha mai propugnato giudizio, violenza, prevaricazione.