Creuza de mä.
Gli scorci di Piombino, dal giallo terragno dei Macchiaioli al De Andrè mediterraneo.
D’altronde è anche città di copertine: ieri ne abbiamo mostrate un po’ in Cittadella, addentrandoci nello scorcio di due decenni che hanno ancora tanto da dire. Il 19 maggio approfondiremo il versante battistiano, tra agosto e settembre faremo ancora di più.
Oggi è il Record Store Day.
Lo celebriamo con devozione, affinando la virtù rara dell’ascolto. Nascere nella musica – che è pausa, tempesta, ombra, fuoco, pietra – apre all’accoglienza. Il trono dell’ego inganna, così l’ascolto è fittizio, illusorio. Parliamo parliamo parliamo, io io io: quanto tempo buttato, quante opportunità di scoperta disperse.
Ascolto i Grateful Dead in treno. Garcia e compari riempiono perfettamente i tragitti, consonanze telepatiche. Si trova sempre il nuovo con loro. Un enorme e multiforme altro da sé che si incontra, si circonda, si penetra, fino ad arrivare al cuore antico del suono: uno specchio.
Ho scelto il concerto all’Auditorium di Oakland, 31 dicembre 1982: New Year’s Eve with The Dead. Che godimento scatenato tutto l’ultimo set con i fiati dei Tower Of Power e Etta James dal vocione di tuono. Rhythm and Blues con la smorfia armoniosa, da bestia angelica.