Quando si affrontano gli studi battistiani non si può non passare dal librone Lucio Battisti – Discografia Mondiale, che Michele Neri pubblicò con Coniglio Editore nel 2010.
E’ un testo di riferimento per la completezza e le connessioni, tra quelli più importanti nella letteratura in materia che conta una cinquantina di titoli. Il più recente è di Marta Blumi Tripodi con Cairo, inoltre Mimesis sta per ristampare Mogol-Battisti: l’alchimia del verso cantato di Gianfranco Salvatore, altro lavoro ineludibile e analitico.
Michele Neri è anche l’ideatore e il curatore di questa bella rivista speciale, arrivata in edicola qualche settimana fa e ancora disponibile. Tutta la discografia commentata, anno per anno comprese le edizioni internazionali, con immagini rare e un’intervista esclusiva a Mogol. Su Battisti è stato scritto tutto – o quasi: ne abbiamo ragionato proprio con Gianfranco Salvatore, la conversazione uscirà presto su Jam – e la differenza può farla il punto di vista: Michele ha radunato un pool di cultori, ognuno con provenienza ed esperienza differenti, come Renzo Stefanel, Gianni Gardon, Vito Vita, Imma I., Giandomenico Curi, Susanna Schimperna, Carlo Agunzo e Sergio Cossu. Onorato di essere stato convocato, mi sono occupato del Battisti dei tardi anni ’70, dalla prima capatina americana alla separazione da Mogol.