Chiocciole di morbidezza.
Alla fine di una giornata di incastri senza posa, un disco che ha il respiro di un’onda e la carezza di un ritorno. Amo l’elettronica pulsante targata Ashra, in particolare Four Guitars. Anche per il titolo, che riporta alla mente Four Sticks dei Led Zeppelin: lì bacchette tonanti con il polso da fabbro; qui un ciclo di corde col pizzico dolce.
Quando finivano i furori delle barricate e i voli delle droghe questa musica era un planare soffice. Come quando nella pratica ci si massaggia la schiena dondolando, gomitoli di se stessi.
E il gran finale battente di Move 9 Up. Techno non artificiale ma naturale, un pestone di fragranza.