La chiusura di una libreria è sempre una brutta notizia. Soprattutto quando è stato un luogo di incontri e scambio, al di là della retorica sulle librerie come avamposti culturali, laboratori di esperienze, botteghe di saperi etc etc. Mi spiace molto aver appreso che la Libreria Cibrario è in chiusura.
Mi spiace anche perchè era un punto di riferimento per la mia città materna e perchè aveva un senso nel luogo. La collocazione in Piazza Bollente ma non al centro, bensì alle spalle della fontana, rendeva la libreria uno spazio aperto al mondo ma defilato, da raggiungere solo dopo aver girato, alla ricerca di ombra e ristoro. Ho seguito la prima gestione di Mariangela Cibrario, poi quella di Marinella Brizza, ricordo con piacere gli incontri sulla musica tenuti con moderatori e pubblico di qualità, e penso a Angelo Arata, a Paolo Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi, al filosofo del pop Claudio Sottocornola, una volta trovai anche Oderigi Lusi e Luca Olivieri. Credo di aver comprato lì il libro di poesie di Stefano Giaccone.
Grazie a Giulio Sardi dell’Ancora per aver ricordato la storia della libreria di noi acquesi – nel mio caso solo al 50% ma l’amore per le radici va oltre le percentuali – e aver menzionato anche i nostri incontri musicali. Una piccola grande iniziativa che ha lasciato qualcosa di prezioso in chi ha cercato ed è entrato.