Lo stereo della macchina è il cimitero dei cd.
Il mio veicolo ormai vecchio di quasi tre lustri è la destinazione prescelta per l’ascolto. E’ strana la sensazione del maneggiare questi affarini non troppo vetusti per essere vintage nè troppo attuali per essere hype. Post modernariato digitale.
Ieri pomeriggio ho archiviato tutti i reperti e stamattina con Eleonora abbiamo pensato di ascoltarne uno ogni mattino nel tragitto tra casa e campo solare. Titolo del giorno The Unauthorised Breakfast Item, album numero 13 dei leggendari Caravan, annata 2003. Selezionato dalla cucciola per un motivo ben preciso: il dischetto è un uovo fritto. Musica al tegamino da Canterbury.
Ricordo quando li presentai sul palco del Teatro Kennedy al Fasano Jazz 2015. Nel backstage il manager del gruppo mi chiese di introdurli con un crescendo esplosivo, si raccomandò di urlare letteralmente i nomi di Pye Hastings e compagni ma con il mio tono di voce, non proprio squillante o enfatico, il risultato fu una fetecchia più che un boom di fuochi d’artificio. Il concerto però fu entusiasmante, la loro musica era un saporito connubio tra energia e delicatezza, verve compattata nella forma-canzone e fuga scalpitante nella scorribanda strumentale.
Stamattina suonavano proprio bene in macchina, per quelle curiose coincidenze tra momenti e luoghi hanno accompagnato il risveglio della città ancora sonnacchiosa tra bar che aprivano e bambini in arrivo alla spicciolata al campo. Un tempo lì era tutta terra grigia e rosa.