Robert Walser definì il suo scrittoio, quello dal quale fuggì un mattino preso dal desiderio di passeggiare, “la stanza degli spiriti”.
Ognuno ha la sua. Ogni passo è kinhin, walking meditation. Ogni luogo accoglie spiriti: i propri, quelli di altri passeggeri, quelli che erano e che verranno. Meeting Of The Spirits: così si apriva un disco che ho amato.
Di passaggio nel bar verde di una stazione grigia del tacco, una sagoma lunga – giacca blu, maglia sabbia, mascherina abbassata, zaino in spalla e auricolari ribollenti con i KC di
– beveva l’ennesimo caffè nero in tivù. Come l’apparizione di David Bowie/Philip Jeffries in Fire Walks With Me. Ricordo ancora il brivido. Virtuale stanza degli spiriti.
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