Ho conosciuto Stefano Causa al Suor Orsola Benincasa, dove insegna, in occasione di un paio di convegni tra musica e identità italiana.
Mi colpì il suo parlare finalmente in modo diverso, alternativo alle solite tiritere, di Lucio Battisti. Ma soprattutto rimasi affascinato dalla verve, dal carisma, più in profondità dalla conoscenza così ampia, quella che cogli subito quando noti la curiosità con l’occhio della tigre. Altro che voli pindarici: unità del sapere.
Da storico dell’arte, da cultore esigente di buona musica, non poteva che essere lui il candidato ideale a un testo sulle copertine dei dischi. Un divertissment, sostiene, ma assai prezioso.
Dai Beatles a Tina Turner, da David Bowie ai Tears For Fears, il nuovissimo Dischi da correre ha la forma di un 45 giri ma non è affatto un oggetto usa e getta. Auspico sia il primo di una bella e lunga serie.