La poetica del treno insegna che ci sono diversi modi per ingannare il tempo. Come se poi l’attesa fosse un problema, o un’opportunità ghiotta tipo un gonzo da ingannare, appunto. Il problema vero è che siamo infantili: la noia ci atterrisce, così cerchiamo spasmodicamente di riempirci pur di fugare la tragedia del vuoto. Anyway, il modo più costruttivo quando le coincidenze sono larghe e i luoghi allettanti è uscire dalla stazione a curiosare in giro. Le prossimità dei binari sono spiazzanti oasi di amenità.
Stazione di Barletta.
Nel palazzo di fronte un bar mi attira da un po’ di tempo. L’insegna regale con dicitura Cremeria e il font tipo film di Bud Spencer e Terence Hill, l’arredo ligneo analogo a quello del pesante portone accanto e la laterale Via Armando Diaz (con tanto di Casa Musicale Bissanti fondata nel 1933) meritano una visita. A volte neanche il Molise ha tali trionfi sabbiosi del passato prossimo.
La spazialità del baretto, nel quale si avvertono sepolti i segni piccoloborghesi di antiche domeniche di pastarelle per le famiglie, quasi annulla l’affollato ma scintillante versante est. Una parete di specchiata virtù beatlesiana: Abbey Road e Let It Be vs. Campari, McMillan e Russell contro Dudovich, Hohenstein, Cappiello e Depero.
Sabato 16 ottobre toglieremo i due Lp dalla vetrina e li faremo respirare su un palco più a sud, alle Officine Cantelmo di Lecce. Avrò il piacere di introdurre la Fabolous Big Band dell’Associazione con il concerto dedicato ai Beatles in occasione dell’uscita del nuovo Let It Be. Senza esposizione museale, musica e parole, memoria storica rock e suono vivo del presente.