Modena o San Francisco?
La Via Emilia o Haight-Ashbury?
Bila o Captain Trips?
Corto circuito spazio-temporale, geografie mobili in un flash dall’estate dell’amore.
Un fermo-immagine dai tempi gloriosi del beat che mi ha sempre colpito è questo: Gabriele Copellini, primo batterista dei Nomadi, svestito il look seppiato alla Charlatans, in pieno fulgore acido stile Grateful Dead. In un solo scatto due mondi e un viaggio.
Foto di Carlo Savigni: è scomparso ieri, nella sua Modena.
Al Grande Italia c’è sempre stato, ha ritratto tutti: Equipe 84, Guccini, Nomadi, Bonvi, le facce beat. Obiettivo costante sulle timidezze, le fughe, il desiderio di colori e paradisi nei nostri anni ’60 di provincia. E poi l’altro grande amore, che rapisce e non tradisce: Modena Radio City.
La foto proviene da Seduto in quel caffè: fotocronache dell’era beat (Massimo Masini, Rfm Edizioni, 2003). C’è tanto di Carlo in questo libro. Un commovente capitolo-galleria pieno di vita: Augusto, Victor, Francesco, Maurizio, Beppe, Ambra, fiori, capelli, chitarre.
Dopo Roberto Masotti, un altro impareggiabile testimone visivo della nostra musica va via.