11 gennaio.
Ognuno custodisce il proprio De André.
In questi giorni di riascolto, ricordo e ricorrenza, penso a Crêuza de mä.
La scoperta su una cassettina registrata chissà da chi ai tempi del liceo. Non in tempo reale, ma sull’onda marinara del lento rilascio dell’album. Una risacca di poesia bagnata, correnti di corde tra Nordafrica, Ionio e Fenicia.
L’ho fatta mettere col sole alle spalle e le ho detto:
Perdonami il magone
Ma ti sto guardando controsole.