…Da lontano sentivamo solo basso e batteria
Da lontano sentivamo lenti treni andare via…
Ultimamente sto riascoltando Weekend. È l’ultimo album di inediti di Alice, uscito dieci anni fa.
Il singolo Da Lontano era un impeccabile esempio di pop d’arte, arricchito dalla combinazione di voci/suoni di Luca Carboni e Paolo Fresu. Ed è una succinta riflessione sul sapore del ricordo: agrodolce, acidulo, a volte rarefatto. Proprio perché distante. Intempestivo.
Qualche giorno fa Nadia ha trovato questa foto, era attaccata dietro un vecchio calendario di famiglia, uno di quei manufatti intorno ai quali mio papà armeggiava nei giorni di riposo – una volta costruì anche una casetta per gli uccelli con tanto di scritta “Dante Zoppo”, hai visto mai che una rondine cambia direzione grazie al nome e cognome.
Da alcuni dettagli umani, ambientali e stilistici è databile al biennio 1979/80. Accanto a me, con caschetto beatlesiano, mio cugino Lino, particolarmente felice per quel duetto di chitarre. Da come prendevamo o non prendevamo gli accordi, escludo che stessimo omaggiando Crosby, Stills, Nash & Young e gli America, a naso direi che non stavamo neanche tentando un tributo a Battisti.
La bellezza di questo scatto è proprio nella lontananza. Comunica la gioia del momento, la curiosità dello stare nel suono – anche se sgangherato, traballante – e una filigrana di colori e umori tipica delle domeniche pomeriggio di antichi inverni.