THE RHYTHM METHOD (diary): 21 giugno 2017
‘N’coppa ‘e Surte, Montefusco, h. 19.36. Retro-Jogging-Mania, ovvero: Del Panegirico della Sgambata.
‘N’coppa ‘e Surte, Montefusco, h. 19.36. Retro-Jogging-Mania, ovvero: Del Panegirico della Sgambata.
Campiglia Marittima, ore 9.35. Stazione triste assolata deserta, direbbe Lindo Ferretti. Ci mancan solo le balle che rotolano tipo distesa arsa e sabbiosa dell’Arizona, diobono.
Fasano. 9 giugno 2017, notte fonda, Hotel Sant’Elia. Ho lo zoo di fronte. Come sempre. Anzi, come dal 2008, ma tale è la frequenza fasanese, tali sono le ritualità, l’abitudine e la familiarità, che mi sembra di essere sempre qui. Puntuale, preciso, stabile. Come la selva indistinta di rumori degli
Oggi ho visitato un cimitero. Complice il tran tran di un ingolfato fine settimana, complici le ruote dell’auto malandrine che ci hanno scarrozzato – annusando il nostro smodato bisogno di sospensione – fin su in montagna mentre la pupa implacabile metteva e ferro e fuoco casa dei nonni, ci siamo
Da quando sono entrato nella casa nuova, a pochi chilometri da Benevento, il disco che più di ogni altro la sta riempiendo è Laughing Stock dei Talk Talk. E’ un fatto di magia: è bellissimo sentire come le pareti squadrate e le misure limitate di un appartamento si aprano sconfinate
“I saldi continuano all’interno”. Un giorno dovrò prendermi la briga di scrivere un libro sul magico mondo delle vetrine, delle insegne e di tutto il microcosmo che ruota intorno all’onomastica commerciale. Roba che sfida ogni logica, che supera reale e razionale in un sol colpo, che servirebbe Hegel per decifrare.
Piove. Cielo biancastro sporco e lanuginoso, pioggia battente sulla lamiera in movimento. Irpinia grigia e maledetta, quanto sei bella quando il cielo è terso e ti illumini di verde, quanto sei stronza quando la mandi a catinelle, poi ti lamenti che un sacco di gente chiama Avellino “Il pisciatoio d’Italia”.
Che strana vigilia di Natale. Stamattina mi sono svegliato con tanta voglia di estate. Bizzarro per uno che ama i climi più freddi, che adora imbacuccarsi e sfidare le nevi sannite, attraversare autunni e inverni a suon di Genesis, sorridere per gli occhiali appannati all’entrata del bar in attesa di
Scene da una tv locale sannita, fine anni ’90. Protagonisti: un distinto ma anonimo insegnante di yoga, fisico asciutto, occhialini e capelli bianchi, tuta sportiva e flemma da manuale; il direttore della tv (tuttora in attività…), un ingombrante residuato anni ’80 con spalline vietate dalla legge, pomelli scolpiti tipo via
Non per fare il bastian contrario, lo snob scassamaroni o il radical chic con la puzza sotto al naso, ma a me il natale sta sui coglioni, e da tempo immemore. Chi mi legge – ma anche chi mi conosce un pochino – sa bene che tutto ciò che è