The Rhythm Method

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The Rhythm Method (diary): 27 giugno

Mudra Sounds VII. In my new hometown ho conversato con Gianfranco Salvatore all’ombra del Paisiello. Fonti, studio, erudizione, lettori e orizzonti editoriali, approccio interdisciplinare e capacità critica di sfuggire all’accumulo delle copertine sbavate. Uno di quegli incontri karmici in cui in pochi minuti si materializzano mondi. Ci si riannoda. Riascoltavo

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Luca Pollini: la mia intervista rock su Jam

Non è semplice stare dietro a Luca Pollini, e anche per questo gli si vuole bene. È uno dei saggisti musicali più prolifici, non si risparmia nella lettura dell’arte come fenomeno sociale e politico. Come sempre, dopo la chiacchierata in radio, si plana al web. Oggi su Jam TV una

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Diario

The Rhythm Method (diary): 24 giugno

Trascorsa la notte di San Giovanni, senza erbe senza fuochi senza sogni, il treno buca la cappa di caldo del mattino. Diari di bordo. A me piace tenerne uno, si chiama The Rhythm Method e almeno una volta al giorno compare sul mio sito. Al non maestro piace scrivere, appuntare,

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Diario

The Rhythm Method (diary): 22 giugno

La recente ondata di scoperta/riscoperta per i Can, dovuta al poderoso Live a Stoccarda del 1975, mi ha fatto pensare a Sándor Márai. Noi siamo quello su cui teniamo il segreto, ha rivelato lo scrittore ungherese nelle Braci, e ho immaginato la band tedesca come un curioso guilty pleasure sul

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Diario

The Rhythm Method (diary): 21 giugno

Se è vero, come scriveva Cristina Campo, che la poesia pura è geroglifica, da decrittare in chiave di destino, che ne sarà della poesia di Totò? Come decifrare il lascito di quella creatura storta, il patrimonio elastico e deflagrante di musicalità, fisicità, arguzia, fame, scatto e meditazione? Il genio non

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The Rhythm Method (diary): 19 giugno

Un anno e mezzo fa, nel pieno della prima, complessa e misteriosa clausura virale, facevamo delle piccole fughe. Occasionali, timorate, a volte rocambolesche perché repentine. Le bambine avevano bisogno d’aria, io di luce, a loro piaceva il senso proibito di queste scappatelle vietate, a me il gioco di quei 500

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The Rhythm Method (diary): 18 giugno

Roland Topor lo aveva detto: il rogo è preferibile al macero, anche se suscita maggiore indignazione. A differenza del libro estinto con fiamma, il foglio rigenerato “brulica di fantasmi, parole che risorgono, desinenze verbali che finiscono per decomporsi, brandelli di punteggiatura che riaffiorano”. Mi piace l’idea delle ceneri del prog.

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The Rhythm Method (diary): 17 giugno

Robert Walser definì il suo scrittoio, quello dal quale fuggì un mattino preso dal desiderio di passeggiare, “la stanza degli spiriti”. Ognuno ha la sua. Ogni passo è kinhin, walking meditation. Ogni luogo accoglie spiriti: i propri, quelli di altri passeggeri, quelli che erano e che verranno. Meeting Of The

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The Rhythm Method (diary): 16 giugno

I tragitti in treno sono utili per mettere in ordine pensieri, appunti, ricordi e visioni. Si allineano i sensi. Antichi testi della Filocalia invitano alla raccolta dello spirito attraverso le narici: la via che il respiro prende per andare al cuore. Ascolto Amigos. Tra le bordate latin-rock reinventato per le

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The Rhythm Method (diary): 14 giugno

Il saggio non si identifica con le sue opere, perciò dura; dacchè non compete, nessuno può competere con lui, diceva Lao Tzu. Everchanging Bowie, duraturo e fuori competizione. Leggendo in questi giorni il librone su Stereonotte ho pensato molto alla mia Rock City Nights. Quindici anni di dirette serali, migliaia

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