The Rhythm Method

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The Rhythm Method (diary): 22 dicembre

L’arte è un corpo. Un’immensa distesa composta da un unico grande tessuto connettivo. Un film, la colonna sonora, l’origine concettuale, la destinazione visiva, la congiunzione sapienziale, il risvolto scenografico, il rimando a un sospiro profondo. Un oceano sommerso di richiami ed esperienze. . Da bambino mi portavano spesso ad Acqui

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The Rhythm Method (diary): 21 dicembre

Si torna sempre a casa. Soprattutto quando hai una vita disseminata di case. Come sa bene il signor Trenitalia, che conosce i miei tragitti irregolari dell’ultimo ventennio, ho pochi rapporti con il mio territorio. Proprio mio non è, essendo un meticcio picentino/monferrino occasionalmente infiltrato nel Sannio, ma è il campo

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The Rhythm Method (diary): 20 dicembre

La bellezza regna per diritto divino, ricordava Oscar Wilde, dunque non può essere interrogata; contiene domande e risposte, spazio e tempo. Ognuno di noi abita un’estrema propaggine di bellezza, soprattutto nei frammenti che lo rappresentano. Oggi ho ospitato un giovane giornalista che ha voluto approfondire la mia storia di autore.

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The Rhythm Method (diary): 16 dicembre

Inferno. Ricordo una scena. L’antiquario Kazanian è con Rose Elliott nel suo negozietto e le dice, allusivo ma grave: “L’unico grande mistero della vita è che essa è governata unicamente da gente morta”. Spesso i film di Dario Argento hanno notevoli buchi narrativi, ma quelle falle sono lanci subliminali per

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The Rhythm Method (diary): 15 dicembre

Amore, guerra, elettricità. Il mio titolo preferito dell’anno è appena arrivato via Flares On Film, che hanno pubblicato il nuovo album About Love, War and Electricity. Concetti-simbolo, idee-forza potenti, shakespeariane direi; avrei aggiunto Via, Cielo, Terra, Comando e Regola. Col permesso di Sunzi, che non deve mai turbarsi nell’equilibrio delle

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The Rhythm Method (diary): 13 dicembre

E’ uscito il remix album di Stephan Thelen, Fractal Guitar 2. Nella fitta ragnatela chitarristica mettono le mani – dita creative che scuciono e ritessono guidate dal Nous – Bill Laswell, Jah Wobble e David Torn. Mix Translation, soundscapes notturni, pulsazioni lontane. Collisioni stellari ed echi marziali tra le note.

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The Rhythm Method (diary): 12 dicembre

Eckhart Tolle insegna a trasformare il disastro in illuminazione. I baffoni da trucker di Dickey Betts, il naso di Mark Arm che spunta dal caschetto biondo, l’occhio di Art Blakey perso nello swing. Voglio rileggere l’opera omnia di Laura Mancinelli, medioevi immaginari in punta di fioretto. L’albero dinanzi alla porta

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The Rhythm Method (diary): 10 dicembre

Frequento Piombino da anni, conosco propaggini e dintorni. Anche quelli dell’anima, che junghianamente contiene ciò che si accetta, almeno nella parte nota. Non era a me noto Claudio Jonta, probabilmente non sarà noto a tanti altri, soprattutto al di fuori della Val di Cornia. Eppure aleggia, me ne hanno parlato

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The Rhythm Method (diary): 7 dicembre

Da bambino ero affascinato dal saldatore di mio padre, un arnese magico che mi rapiva. Il segreto della saldatura era lo stagno. Fondendosi sprigionava un aroma inconfondibile e legava. Quando l’antica amicizia è salda il tempo non corrode né allenta.

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The Rhythm Method (diary): 6 dicembre

Quanta memoria c’è dietro un quadrato di cartone. Quanta vita – o sarebbe meglio usare “vissuto”, con tutto il carico di esperienza, uno strascico emozionale – è racchiusa nella combinazione tra solco, canzone, immagine. Ieri a San Vincenzo è accaduta una cosa singolare. Una cinquantina di persone hanno lasciato il

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