The Rhythm Method

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The Rhythm Method (diary): 5 gennaio

Mezzo secolo fa. In questi giorni, all’alba del 1972, la Premiata Forneria Marconi pubblicò Storia di un minuto. Dopo un 1971 di prova con i debutti folgoranti di Osanna, Delirium, Rovescio della Medaglia e con i riesordi progressivi di Orme, New Trolls e Trip, il debutto della PFM battezzava ufficialmente

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The Rhythm Method (diary): 5 gennaio

Ricordo l’invito accorato della Yourcenar: quando sei nel buio è proprio lì che devi guardare con disobbedienza, ottimismo, avventatezza. In momenti di transizione a un prossimo ignoto seguo sempre una ritualità; più i fatti della vita la interrompono, più ho la sensazione che sia adeguata. Rileggo classici per ritrovare risposte

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The Rhythm Method (diary): 4 gennaio

Come le chitarre di Keith e Ronnie. Interlocking Human Being. Qualche ora fa dall’alto del suo social celeste il Dalai Lama ha ricordato che tutto è connesso. Non si può tenere tutto insieme ma si deve tenere tutto insieme. Sono tempi di elogio del multitasking: ma come sei bravo a

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The Rhythm Method (diary): 31 dicembre

Mythos Fondativo. E’ un concetto che mi porto dietro da tempo, da quando lo affrontai con Claudio Sottocornola. Il mythos fondativo del filosofo del pop, con il quale ho lavorato per anni, è la nostalgia del passato, in particolare degli anni ’60 sabbiosi, in filigrana, tra jukebox e cortei, sapore

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The Rhythm Method (diary): 30 dicembre

Riascoltavo i Saint Vitus. Piombo fuso e pece elettrica, Impending Punky Doom. Sto riprendendo le fila delle interviste su Jam, ottime e abbondanti; il 12 gennaio tornano quelle in radio con il sedicesimo anno di Rock City Nights. La mattina non rinuncio all’accoppiata caffeina-Radio Radicale. Talking Coffee Delight. Viviamo anche

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The Rhythm Method (diary): 28 dicembre

Il primo disco dei Captain Beyond ondeggia come il serpente arcobaleno. I rumori della folla, il silenzio, la presenza, Walt Whitman. Le due facce del panettone: taglio signorino geometrico apollineo, morso dionisiaco a mani piene, denti alti e faccia dentro. Memorie jazz dal paese fantasma. Una visita mattutina con le

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The Rhythm Method (diary): 27 dicembre

Blu Bus from Aosta. Hardcore punk dal nord. Da ragazzetto adoravo i Kina. Credo di averli scoperti alla fine degli anni 80 in una di quelle disperate domeniche alla radio, quando il giramento per l’imminente lunedì mattina cominciava a diventare insostenibile. Verso sera Antenna BN International sparava Italia Metallica, un

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The Rhythm Method (diary): 26 dicembre

Osservavo i passi disarticolati dei chitarristi rock. Scariche elettriche dal ventre al piede. Un disco solare conficcato tra pietre antiche; presenze aliene, simboli lunari, spirali del tempo. Vinny Appice su Dehumanizer ha il suono di tamburi di battaglia, tempeste magnetiche. Le unghie hanno rigature irregolari, dorsale anulare come una colonna

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The Rhythm Method (diary): 25 dicembre

Due fratelli Zoppo reduci da una tombolata ad elevata competizione con le due sorelle Zoppo. Piccole ma combattive. Ovviamente ha vinto Alessandro Zoppo, che augura festante alla sua nutrita fanbase un rispettabile buon Natale 2021.

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The Rhythm Method (diary): 24 dicembre

Il segreto è nell’impasto del nome nella bocca. Una fornace che riceve l’intensità del pensiero e macina il getto della parola. Quando qualcuno pronuncia “George” in quel modo – un modo che è miscuglio presocratico di ammirazione, trasporto, gratitudine – allora è un membro della sezione esoterica. Era così denominata

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