The Rhythm Method

Diario

The Rhythm Method (diary): 16 gennaio

Pioggia di anime. Credo ne abbia parlato Paracelso. Interminabile saliscendi di vite. Tutto è animato. Anche questo sasso, precipitazione concreta e immota – definitiva? – della materia, custodisce una scintilla. Proviene, si è formato, è, sta, perpetuo nella sua forma fino a mutazione. Ha maggiore nobiltà di esseri composti da

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The Rhythm Method (diary): 15 gennaio

– Papaaaaà! Ascoltiamo i Black Sabbath? – Sì tesoro però per una volta un disco senza Ozzy. – Ma Ozzy fa le facce buffe! – E tanto non dobbiamo vederlo, metto il disco del bambino diavolo col cantante dei Deep Purple? – Nooo – Quello con gli angeli che fumano

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Diario

The Rhythm Method (diary): 14 gennaio

Si dice che non bisogna mai chiedere due volte lo stesso quesito all’oracolo, che astuto e malizioso mentirà. Ma non si è mai la medesima persona, e anche l’oracolo muta a ogni domanda. Il confronto è fugacemente speculare. Così torno per l’eterna prima volta a una remota e presente lettura,

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The Rhythm Method (diary): 13 gennaio

Lassù è tutto innevato. Un’onda algida esala dalle vette e arriva qui, attraversa il cielo sgombro. Il nuovo disco live di Gegè Telesforo pompa un funkjazz spericolato, ci si riscalda col groove, fiamma bassa. Ho scoperto un quadro-madeleine. Henk Helmantel, olandese, pare sia controverso per posizioni politiche e religiose, eccellente

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The Rhythm Method (diary): 12 gennaio

La Sapienza venne per prima. Vista, misurata, diffusa su tutte le opere dal creatore, infine elargita secondo la sua generosità ad ogni mortale che lo ama. Ai Cactus fu donata la fangosa sapienza heavy-boogie. Un serpente elettrico allevato col sisma. Stamane è arrivato il discone dal vivo, Temple University, Philadelphia

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The Rhythm Method (diary): 10 gennaio

Ho riscoperto una Althea coi fiocchi. Soundboard dal concerto di Hartford, CT, 14 marzo 1981. God bless Grateful Dead. Il pizzo verdiano del professor Totò Casamandrei da Brescia. La mia ritualità nella preparazione del caffè: un terzo Pasquale Loiacono di Questi fantasmi; un terzo lo studente fuori corso Rosas, talpa

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The Rhythm Method (diary): 9 gennaio

La donazione presuppone l’alterità. Donante e donatario. Quando si fa un regalo a se stessi chi dona a chi? Me lo chiedo spesso nei periodi di auto-regalini che mi fanno stare bene. E se la chiave di lettura fosse celata in quel benessere? Troppo semplice, perché troppo consolatorio. Presuppone la

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The Rhythm Method (diary): 8 gennaio

Mi sono incupito riascoltando Born Again: i Black Sabbath maligni con il suono lontano sono una contraddizione in termini. Renè Guenon parlava di società moderna come anomalia nella storia umana: l’unica sviluppatasi in senso materiale, senza fondamenta in un principio d’ordine superiore. Il ragionier Antonio Vignanelli mangiava pane e tedesche.

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The Rhythm Method (diary): 7 gennaio

Ci siamo voluti bene. Tanto. Un affetto cresciuto col tempo, con il lavoro, con la scrittura e la progettazione. D’altronde gli affetti sono un divenire, ricordava Deleuze: eccedono chi li attraversa, eccedono le forze di chi li prova. Come la musica, somma creatrice di affetti. La musica ci aveva unito.

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The Rhythm Method (diary): 6 gennaio

Ho ritrovato un Garcia Marquez disperso mentre raccontavo Sepulveda a mia figlia. Sincronicità andina. Epifanie lennoniane. Alessio Vitelli, finestra pulsante sui mondi psichedelici. Aristippo con la sfera di riso, Antistene col bisogno di nulla. Centro e periferia. Cerchio e perimetro. Cintura di fuoco. Un mio maestro trovava la permanenza della

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