Rock italiano

MOLECOLE n. 30: Black Banana, Kyrie, Verbal

“Black Banana? Aaaahhhhh!”. Non c’è modo migliore per entrare nel mondo rock dei Black Banana: l’urlo di una bambina in apertura di album ci scaraventa in un panorama sonoro in cui totem e tabù tutti rock passano in rassegna pezzo dopo pezzo. Eppure per il loro debutto i Black Banana

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Quasar L. S.: ‘The Dead Dream’ (Lizard Records)

Ricostruire la storia del new progressive in Italia non passa soltanto per vicende strettamente discografiche: ci sono formazioni che hanno vissuto per anni in una sorta di “limbo”, in attesa di tempi migliori, e in cattività hanno scritto, suonato, messo nel cassetto idee, spunti e materiale per interi dischi. Una

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Akt: ‘Blemmebeya’ (Creative Commons)

Progressive e utopia. Altri luoghi e non luoghi sono un tema frequente nel linguaggio prog, tra Gong, Magma, Trip e Rush, isole di niente e orizzonti darwiniani. “Blemmebeya” però supera la logica utopica e con spirito orwelliano mette in musica un’ipotesi vicina, prossima, se non attuale. L’informazione decapita l’essere umano,

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Syndone: ‘La Bella è la Bestia’ (Ams/BTF)

Se volessimo rileggere la storia – intensissima anche se confinata alle dinamiche della nicchia e spesso del revival – del new prog italiano, una delle esperienze più interessanti da analizzare sarebbe quella dei Syndone. La band di Nik Comoglio ha avuto una prima fase negli anni ’90 sotto forma di

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