Rock internazionale

Djam Karet: ‘Regenerator 3017’ (HC Productions)

Li avevamo lasciati a “The Trip”: una suite di jam rock che ha rappresentato il momento più critico della lunga fase di stallo dei Djam Karet. Uno stallo per modo di dire, visto che la longeva band americana ha conservato un livello creativo costantemente elevato, ma è anche vero che

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Magenta: ‘The Twenty Seven Club’ (Tigermoth Records)

Il progressive rock ha da sempre avuto nella grandiosità delle intenzioni e dei risultati il principale elemento costitutivo, prova ne sono le suite e i concept album con i quali il genere ha cercato di nobilitare il rock, candidandosi come corrente colta, aristocratica ed evoluta. Nella maggior parte dei casi

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Fatal Fusion: ‘The Ancient Tale’ (Karisma Records)

Una copertina del genere – una leggiadra vestale con diadema lunare che, tra le nubi, affronta impavida un carro di tempestosi puledri – rimanda inesorabilmente al fantasy metal più ruspante; un nome del genere potrebbe essere candidato senza problemi agli Oscar dei monicker più improbabili; un titolo come “The ancient

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D’Accord :’III’ (Karisma Records)

Artwork mistico-psichedelico e provenienza geografica la dicono lunga. I norvegesi D’Accord attingono a piene mani dal mondo sotterraneo del primo prog britannico, da Gnidrolog e Cressida, da Gracious e Spring, confezionando un terzo disco deciso e sentito. Chi li segue da un po’ di tempo ha ben chiara la situazione:

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Marbin: ‘Last Chapter Of Dreaming’ (Moonjune)

Hanno suonato con Allan Holdsworth e Scott Henderson, nel nuovo disco godono della partecipazione di tre special guest come Steve Rodby, Paul Wertico e Jamie Haddad, vivono il live con costanza e creatività e sono amati dalla stampa di tutto il mondo. Cosa manca ai Marbin? Magari se fossero nati

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The Opium Cartel: ‘Ardor’ (Termo Records)

A vedere quella copertina – tramonto alle spalle, natura incontaminata, innocenza e turbamenti – si capisce già molto di questo nuovo progetto. A ricordarsi dell’esperienza dei nomi coinvolti – Jacob Holm-Lupo, Mattias Olsson, Tim Bowness – è ancora più nitida la direzione intrapresa. The Opium Cartel è un nuovo organico

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Fromuz: ‘Sodom And Gomorrah’ (10T records)

E anche per i Fromuz arriva l’opera rock. Roba importante, dedicata a uno dei più significativi episodi biblici, quello di Sodoma e Gomorra. Non passa inosservata una dicitura in copertina, “Music by Albert Khalmurzaev”: il tastierista dell’apprezzata prog band uzbeka è infatti l’autore della musica dell’opera, originariamente una colonna sonora

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Nik Turner: ‘Space Gypsy’ (Cleopatra Records)

Inossidabile. Se dovessimo trovare un aggettivo per Nik Turner, non potrebbe essere che questo, viste la longevità e l’intensità della sua esperienza musicale. Ma se volessimo una presentazione ancora più adeguata, “Space Gipsy” sarebbe quella perfetta. Non è un caso che si intitola così anche il suo nuovo disco, più

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Nemo: ‘Le Ver Dans Le Fruit’ (Quadrifonic)

Senza clamori, senza grandi campagne mediatiche, ma affidandosi soltanto alle proprie capacità e a una sequenza di dischi in crescendo, i Nemo sono diventati una delle più interessanti realtà del prog-rock europeo. La band francese ha progressivamente affinato la propria cifra stilistica, superando la derivazione Marillion e puntando sempre di

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