Recensioni

Four Books In The Ground: quattro nuovi libri sul prog italiano

FOUR BOOKS IN THE GROUND …quattro nuovi libri tra progressive italiano e dintorni… La macchina editoriale sul progressive-rock – e in particolare sul microcosmo italiano – non conosce battute d’arresto negli ultimi tempi. Quattro testi hanno catturato la nostra attenzione poichè insieme, con diversi approcci e differenti tematiche, rappresentano un

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The Opium Cartel: ‘Ardor’ (Termo Records)

A vedere quella copertina – tramonto alle spalle, natura incontaminata, innocenza e turbamenti – si capisce già molto di questo nuovo progetto. A ricordarsi dell’esperienza dei nomi coinvolti – Jacob Holm-Lupo, Mattias Olsson, Tim Bowness – è ancora più nitida la direzione intrapresa. The Opium Cartel è un nuovo organico

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Federico Fasce: ‘Storm Power’ (autoprod.)

Buon vecchio Federico Fasce. A vedere la foto interna del suo nuovo disco si direbbe che nulla è cambiato in lui e nella sua musica: un placido e concentrato bassista di fronte ad appunti e a un pc, fedele interlocutore in una progettualità musicale che ha sempre avuto il suo

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Psicosuono: ‘Eta Carinae’ (Psicosuono)

Bravi Psicosuono. Chi ci segue ricorderà sicuramente questa giovane band lombarda, attiva da un decennio e caratterizzata da un’idea ampia e brillante di sound rock: se nel disco d’esordio si evinceva una matrice floydiana piuttosto nitida, affiancata a un recupero di certo rock italiano alla Litfiba/Timoria, con il secondo album

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Fromuz: ‘Sodom And Gomorrah’ (10T records)

E anche per i Fromuz arriva l’opera rock. Roba importante, dedicata a uno dei più significativi episodi biblici, quello di Sodoma e Gomorra. Non passa inosservata una dicitura in copertina, “Music by Albert Khalmurzaev”: il tastierista dell’apprezzata prog band uzbeka è infatti l’autore della musica dell’opera, originariamente una colonna sonora

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Nik Turner: ‘Space Gypsy’ (Cleopatra Records)

Inossidabile. Se dovessimo trovare un aggettivo per Nik Turner, non potrebbe essere che questo, viste la longevità e l’intensità della sua esperienza musicale. Ma se volessimo una presentazione ancora più adeguata, “Space Gipsy” sarebbe quella perfetta. Non è un caso che si intitola così anche il suo nuovo disco, più

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Nemo: ‘Le Ver Dans Le Fruit’ (Quadrifonic)

Senza clamori, senza grandi campagne mediatiche, ma affidandosi soltanto alle proprie capacità e a una sequenza di dischi in crescendo, i Nemo sono diventati una delle più interessanti realtà del prog-rock europeo. La band francese ha progressivamente affinato la propria cifra stilistica, superando la derivazione Marillion e puntando sempre di

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Sarastro Blake: ‘New Progmantics’ (Mentalchemy Records)

Una delle più radicate abitudini del prog contemporaneo è la creazione di supergruppi ad hoc – come sta accadendo in casa Cleopatra tramite l’iperattivo Billy Sherwood – insieme al coinvolgimento di special guest che facciano da specchietto per le allodole. A questa modalità non si sottrae neanche il side project

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Pandora: ‘Alibi Filosofico’ (BTF)

Il terzo album è un passaggio delicatissimo nella storia di un gruppo, soprattutto nel filone progressive, che ha codificato anche un certo susseguirsi discografico. Se il disco d’esordio sprigiona senza limiti tutto il potenziale compositivo e il seguente approfondisce quanto presentato nel debutto, il terzo è l’occasione importante per ribadire

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