Recensioni

MOLECOLE n. 45: Venua, Rosa Brunello 5tet, Fabrizio Fedele

Chi se ne fotte del tempo, della contemporaneità così rapida e comoda, del digitale che se sbagli cancelli, copi e incolli. Ai Venua piace talmente tanto l'idea di un sound polveroso, demodè e desertico che Blah Blah Blah nasce in pieno regime analogico, bobine, valvole, sudore e sorrisi. Il secondo

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MOLECOLE n. 44: Piero Gallo, Alex Terlizzi, Sebastiano Cascone

Persona discreta e appassionata Piero Gallo. Ti basta rivolgergli uno sguardo durante la Mostra Rock! e fare una chiacchierata con lui in radio per capire quanto coinvolgimento, equilibrio, gioia e misura ci sia in un musicista della sua esperienza. E' con questo bagaglio umano, ancor prima che artistico e musicale,

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Lamanaif: ‘L’uomo infinito’ (Lizard Records)

Musica è teatro. Un motto importante, una chiave di lettura, un orizzonte culturale e artistico, umano ed esistenziale oserei dire, ancor prima che musicale. I Lamanaif si presentano con un disco d'esordio ambizioso, pregno di significati, nel quale la componente teatrale si esprime in una duplice direzione: da un lato

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Back In Time: Le Vie Della Musica (25 aprile 2003)

25 aprile 2003. Dieci anni fa, come ogni cosa presentata e commentata in questa rubrica Back In Time. Dieci anni fa Le Vie Della Musica – l’inserto quindicinale di cultura musicale del Sannio Quotidiano – decise di dedicare le sue quattro pagine alla figura di Pier Paolo Pasolini. Per tutta

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Believe: ‘The Warmest Sun In Winter’ (Metal Mind)

Che bravi i Believe. Conterà qualcosa, nella storia di un gruppo, il proseguire con costanza e determinazione, il puntare a un obiettivo alto e perseguirlo con tenacia? Nel caso della band polacca la durata ha il suo ruolo, tanto da premiare questo nuovo album con un valore aggiunto. I Believe

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SoulenginE: ‘Mind Colours’ (MaraCash)

Il primo nome che ti viene in mente sono i Brand X. Perchè i SoulenginE, nel muoversi – agilmente, con classe e senso della direzione – a cavallo tra jazz-rock e progressive, sembrano agganciarsi proprio al patrimonio di Jones e Goodsall. Ma ad ascoltare bene “Mind Colours” scopri che c’è

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Victor Lafuente: ‘Inside’ (Ear-Volution)

Ear-Volution è il nome dell’etichetta che supporta il secondo album di Victor Lafuente, ma anche l’obiettivo che il chitarrista persegue con “Inside“. Evoluzione e rivoluzione sonora per la quale mette in piedi una working band che si alterna brano dopo brano, con la sua chitarra al centro. L’idea forza è

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Mahogany Frog: ‘Senna’ (Moonjune Records)

Vecchie conoscenze i Mahogany Frog. La band canadese da qualche anno ha catturato l’attenzione degli amanti del prog legati sia al classico sound anni ’60/’70 ma anche quelli più disponibili a connessioni con l’hard rock, l’area kraut, i retaggi post-psichedelici. Merito di una proposta diversificata ma unitaria, spalmata in sei

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Balloon Astronomy: ‘Balloon Astronomy’ (Autoprod.)

Progressive moderno, dalla spiccata attitudine melodica – rectius: cantabilità – quello dei Balloon Astronomy. Bastano il trascinante refrain corale di “Sigmoid Fletcher” o le atmosfere accattivanti di “The odyssey” per avere un’idea sufficientemente precisa del songwriting del duo californiano. Perchè di coppia si tratta: Jim Ledger (voce, chitarre e basso)

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Silver Key: ‘In the land of dreams’ (MaRaCash)

Piccolo problema personale: non riesco a farmi più piacere il new prog. Fatta eccezione per nomi come Big Big Train e qualche new sensation tipo Tin Spirits e Lifesigns, il prog che attinge tuttora alla fonte Marillion e simili non mi entusiasma: la doppia derivazione e i clichè fin troppo

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