Recensioni

Altare Thotemico: ‘Sogno Errando’ (Ma.Ra.Cash Records)

C’è una dichiarazione celata, occulta, sotterranea oserei dire, in questo secondo album degli Altare Thotemico: “non siamo prog”, sembra vogliano dire Gianni Venturi e la band. E’ come se “Sogno Errando” volesse sprigionare questa tensione all’alterità solco dopo solco, tra simboli, rivelazioni e composizione estemporanea. A dire il vero già

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Silver Lake: ‘Every Shape And Size’ (SG Records)

Inossidabili e tenaci, i Silver Lake proseguono nel loro viaggio all’interno del progressive metal: “Every shape and size” è il secondo album, un ottimo bis con SG Records che nel corso degli ultimi anni ha dimostrato di saper crescere un vivaio di valide hard & heavy bands. Il titolo dell’album

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Cyril: ‘Gone Through Years’ (Progressive Promotion)

Si è dato molto da fare, il poliedrico tastierista e sassofonista Marek Arnold. Esperienze con Toxic Smile, Seven Steps To Green e Flaming Row, la nascita dei Gabria dal 2008 al 2010, l’entrata nei leggendari Stern Combo Meissen, infine il nuovo progetto Cyril. Con la neonata band il musicista tedesco

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Djam Karet: ‘The Trip’ (HC Productions)

In una puntata del 1978 Fonzie facendo sci nautico con il giubbotto di pelle saltò uno squalo: cominciò in quel momento il lento declino di Happy Days, una decadenza talmente celebre che ancora oggi, quando un prodotto televisivo comincia ad inabissarsi, si usa dire “jumping the shark”. Quando i Djam

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Arabs In Aspic: ‘Pictures Of A Dream’ (Black Widow)

Nella musica degli Arabs In Aspic tutto concorre a suggerire quella che Elémire Zolla chiamava “esperienza metafisica”: in particolare in questo nuovo album, la pluralità di segnali favorisce l’abbandono dopo aver rievocato il clima di un sogno. Il titolo “Pictures of a dream”, la copertina in pieno stile lisergico fitta

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Unreal City: ‘La crudeltà di aprile’ (Mirror Records)

Beata gioventù, benedetto l’impeto giovanile, carburante senza esaurimento per la fresca band degli Unreal City. Ma si tratta di slancio puro e appassionato o di zelante “realismo più del re”? I ragazzi sono nel mezzo, tra una travolgente dichiarazione d’amore per il prog italiano degli anni d’oro e un’adesione calligrafica

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Mindwork: ‘Eterea’ (Mindwork)

Per un genere saturo e poco creativo come il progressive metal, oggi più che sull'inventiva tocca concentrarsi sull'interpretazione: le proposte più interessanti arrivano infatti da quei gruppi che provano a rileggere con sincerità quanto detto dai maestri, mettendoci qualcosa di proprio, di originale, di imprevisto. I Mindwork ci provano, in

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Finister: ‘Nothing Is Real’ (Finister)

Giovanissimi e promettenti questi Finister. Peccato che il nome rimandi – creando evidentemente confusione – alla band italiana più importante del nostro new progressive: l'impostazione stilistica invece è meno “conservatrice” e più in linea con l'età della band. Il giovane quartetto fiorentino si presenta bene, con un Ep il cui

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