Recensioni

Gadi Caplan: ‘Look Back Step forward’ (Caplan)

Nato in Israele e trapiantato a New York, Gadi Caplan è cresciuto studiando pianoforte, si è innamorato della chitarra rock e blues, ha studiato il sitar e la musica indiana, poi jazz e fusion a Berklee mentre ascoltava Pink Floyd e Frank Zappa. Un emblema di eclettismo, come testimonia il

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La Coscienza di Zeno: ‘Sensitività (Altrock/Fading)

Probabilmente nessun genere come il progressive ha sintetizzato umori, tensioni e costumi di un’epoca. Il prog-rock e la contemporaneità sono due fenomeni antitetici, tale è la distanza di valori, ritmi e abitudini odierne dal periodo d’oro del prog. Eppure non si contano i gruppi che oggi, a quasi mezzo secolo

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Sky Architect: ‘A Billion Years Of Solitude’ (Galileo)

Il loro secondo album era stato acclamato dalla stampa specializzata per la qualità delle idee e la bontà del collettivo: gli Sky Architect, non contenti degli ottimi risultati di “A dying man’s hymn”, tornano a due anni di distanza con un disco che perfeziona e definisce la lettura moderna del

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Osada Vida: ‘Particles’ (Metal Mind)

La storia del progressive ci insegna, fin dalla sua nascita, che tale genere è un insieme di particelle. Talvolta alcune sono più ingombranti, grossolane e fuse con minor raffinatezza: è il caso del prog metal, frutto di un accostamento tra generi che solo con i padri fondatori ha avuto una

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Judy Dyble: ‘Flow And Change’ (Gonzo Multimedia)

Come ci si comporta quando si deve sfornare un nuovo disco dopo un capolavoro? C’è chi si dilegua per qualche anno onde far dimenticare il clamore (per quanto nell’era della rete la memoria globale sia infallibile anche se affollata…), c’è chi – con la naturalezza del genio o gli sforzi

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Flower Flesh: ‘Duck In The Box’ (Black Widow)

A differenza degli anni ’70, durante i quali il pop italiano era diffuso in più cittadelle, da Milano a Napoli passando per Venezia e Roma, l’attuale progressive nostrano ha un doppio livello di movimento: da un lato la rete, ragnatela virtuale in cui ci si promuove, si condivide, si sperimenta,

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Humble Grumble: ‘Guzzle It Up!’ (Altrock)

Mi piace il progressive folleggiante. Mi piace quel piglio scanzonato, irriverente e goliardico dietro il quale si celano profonda competenza musicale, ineccepibile preparazione tecnica, travolgente fantasia compositiva. E’ il ritratto degli Humble Grumble, ensemble belga di spiccata – e per niente nascosta… – ispirazione zappiana che ruota intorno all’eccentrico Gabor

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