Progressive

Soul Secret: ‘Closer To Daylight’ (Galileo Records)

Mi trovo sempre in difficoltà con le formazioni progressive metal. A Costo di sembrare superficiale e non professionale, so già in anticipo che finirò il pezzo parlando di una band impersonale, che poco o nulla aggiunge al modello – interpretato in modo a dir poco ortodosso – dei Dream Theater.

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Discipline: ‘To shatter All Accord’ (Strung Out Records)

Croce e delizia degli appassionati, il nuovo progressive sorto dalle ceneri di un’utopia e dalla seconda metà degli anni ’80, ha consegnato alla storia cumuli di derivazioni e prolissità ma anche tante ottime idee, molti dischi eccellenti, un pugno di band capaci di fare bella figura accanto ai giganti del

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Astralia: ‘Osmosis’ (Ma.Ra.Cash)

Una dozzina d’anni fa gli Astralia facevano la loro apparizione nel panorama progressive europeo con un album, pubblicato da Mellow Records, anomalo nel suo genere. La formazione padovana con il esordio “Connected” ipotizzava una fusione tra space rock e hard sound, senza sconfinare nel prog metal o nella psichedelia più

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Jacula: ‘Pre Viam’ (Black Widow Records)

Lontano dalle reunion e dal boom del revival, inarrestabile nella sua misteriosa nuova direzione – quella di un ambient esoterico a tinte dark e progressive, Antonio Bartoccetti è sempre presente. I suoi simboli, i veli con i quali ricopre la materia sapienziale che mette in musica, la progettualità arcana sono

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‘Prog. Una suite lunga mezzo secolo’ approda su Onda Rock

Claudio Lancia recensisce ottimamente – e in modo approfondito – il mio nuovo libro Prog. Una suite lunga mezzo secolo. Interessante e ampia recensione nella sezione Speciali di Onda Rock. Segue piccolo stralcio: “Da quale convergenza di eventi ebbe origine il progressive rock? Il punto di partenza furono i Beatles:

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Anabasis: ‘Back From Being Gone’ (10T Records)

Decisamente in linea con le proposte della 10T Records e in generale con quell’ala “più realista del re” di tanto progressive americano, il disco d’esordio del progetto The Anabasis rimanda inevitabilmente ai peggiori luoghi comuni del progressive. Le suite – anche più di una all’interno dello stesso album – il

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