Progressive

Vieux Carré: ‘Eteronimie’ (Vieux Carré)

Era il 2006 e furono una bella scoperta: Vieux Carré. Una formazione perugina dedita a un progressive di innovazione e tradizione, in bilico tra la ricerca di una propria personalità e il dovuto rispetto ai grandi del genere, in particolare italiani. A sei anni di distanza, in un panorama musicale

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Quasar L. S.: ‘The Dead Dream’ (Lizard Records)

Ricostruire la storia del new progressive in Italia non passa soltanto per vicende strettamente discografiche: ci sono formazioni che hanno vissuto per anni in una sorta di “limbo”, in attesa di tempi migliori, e in cattività hanno scritto, suonato, messo nel cassetto idee, spunti e materiale per interi dischi. Una

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Akt: ‘Blemmebeya’ (Creative Commons)

Progressive e utopia. Altri luoghi e non luoghi sono un tema frequente nel linguaggio prog, tra Gong, Magma, Trip e Rush, isole di niente e orizzonti darwiniani. “Blemmebeya” però supera la logica utopica e con spirito orwelliano mette in musica un’ipotesi vicina, prossima, se non attuale. L’informazione decapita l’essere umano,

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Syndone: ‘La Bella è la Bestia’ (Ams/BTF)

Se volessimo rileggere la storia – intensissima anche se confinata alle dinamiche della nicchia e spesso del revival – del new prog italiano, una delle esperienze più interessanti da analizzare sarebbe quella dei Syndone. La band di Nik Comoglio ha avuto una prima fase negli anni ’90 sotto forma di

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Kotebel: ‘Concerto for Piano and Electric Ensemble’ (Musea Records)

Che grande sfida. Consegnare alla contemporaneità – volgare, convulsa, desacralizzata – un’opera d’arte che superi il contingente, che si affranchi dai condizionamenti di un consumo musicale parcellizzato e “liquido”, che ribadisca un ideale forte. Quello di un rock progressivo puro, orgoglioso del suo alto profilo e anche dei suoi difetti

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Lìtai: ‘Lìtai’ (Lizard Records)

Tra i tanti meriti storici della Lizard, c’è stato l’aver seguito, curato e spinto numerose formazioni della Riviera del Brenta: pensiamo al nugolo di gruppi come Spirosfera, Nema Niko, Lingam, Estasia e molti altri. I Lìtai vengono proprio da questo milieu e nel loro disco d’esordio cercano di recuperare il

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Scherani: ‘Everybody’s Waiting’ (Ams/Btf)

Il rock progressivo italiano non è composto solo dai campioni, dai musicisti più appariscenti sul palco e più prolifici in studio. Ci sono tanti compositori che lavorano in modo defilato, offrendo però dei contributi eccellenti e personali. E’ il caso di Luca Scherani, pianista e tastierista che i cultori delle

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Slychosis: ‘Mental Hygiene’ (Mals)

Non ho mai amato questo genere di band, quelle di area new prog indecise, penzoloni tra hard e tentazioni di classifica, però agli Slychosis ho dato una chance. E ho fatto bene, visto che il loro terzo album “Mental Hygiene” è un miglioramento rispetto ai primi due dischi, il debutto

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Dave Willey & Friends: ‘Immeasurable Currents’ (AltRock)

Il taglio che nel corso degli ultimi anni AltRock ha dato alle sue produzioni è prevalentemente strumentale. Spaziando tra le varie direzioni dell’avant-rock, sia esso vicino al rock da camera o all’eredità RIO, l’etichetta milanese ha prediletto progetti concentrati su quelle forme di connessione tra rock e musica colta del

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