Progressive

Ifsounds: ‘Red Apple’ (Melodic Revolution)

A volte lavorare nella “nicchia” si rivela un bene. E’ possibile gestire i propri tempi, provare a cambiare pedine e componenti, sperimentare nuovi ingredienti, togliere o aggiungere a seconda degli obiettivi, senza pressioni e per il solo gusto di sperimentare. Il panorama progressive conosce moltissime realtà del genere, Italia compresa:

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Azure Agony: ‘India’ (SG records)

Dove va oggi il progressive metal? Domanda difficile: il genere ha assunto e perso la sua identità nel giro di qualche anno, affermandosi come rilettura possente e elettrica di certo rock sinfonico, ma subito tramutandosi in passerella per virtuosi e non in trampolino di lancio per la fantasia e l’imprevisto.

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3RDegree: ‘The Long Division’ (3Rdegree)

Esattamente 20 anni fa, all’inizio della seconda grande ondata new prog dopo il boom marillioniano, i 3RDegree pubblicavano il loro primo album. “The world in which we live” era una cassetta che non fece scalpore ma si aggiunse alle numerose produzioni del periodo, così “Human interest story” (1996) e l’apprezzato

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Tubax: ‘Il mondo stava finendo’ (Megasound)

Il mondo stava finendo, noi ci siamo salvati per il rotto della cuffia, ergo divertiamoci. Potrebbe essere questa la filosofia dei Tubax, eccitante trio bolognese che debutta con “Il mondo stava finendo”, ma c’è dell’altro. Molto altro. To have fun senza dubbio, ma a questo i tre aggiungono una predilezione

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T: ‘Psychoanorexia’ (Progressive Promotion)

Stavolta T fa le cose sul serio. Non che prima del suo quarto album “Psychoanorexia” fosse un giovincello tra l’amatoriale e il lo-fi, ma la sensazione che si prova affrontando questo suo nuovo lp è di una voglia forte di definire compiutamente la propria musica, raccogliendo le piccole e grandi

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