Progressive

Europa Minor: il ritorno dei TUGS!

La band livornese attiva dal 1978 torna con un’ambiziosa opera rock dedicata a un’idea “altra” di Europa, tra letteratura, arte, umanesimo e ideali. La piccola orchestra rock presenta un’affascinante operazione tra progressive e canzone d’autore, pubblicata in cd e vinile. In arrivo un tour promozionale Europa Minor: il ritorno dei

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Silver Key: ‘In the land of dreams’ (MaRaCash)

Piccolo problema personale: non riesco a farmi più piacere il new prog. Fatta eccezione per nomi come Big Big Train e qualche new sensation tipo Tin Spirits e Lifesigns, il prog che attinge tuttora alla fonte Marillion e simili non mi entusiasma: la doppia derivazione e i clichè fin troppo

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Musica Ficta: ‘A Child & A Well’ (Fading/Altrock)

Benedetta AltRock. Come accaduto per i Ciccada, intrigante novità trovata in Grecia, l’etichetta milanese pesca in Israele e scova un’altra bella realtà progressive contemporanea: Musica Ficta. E’ una formazione di Gerusalemme attiva da un decennio, fondata nel 2003 dal chitarrista Udi Horev: un sestetto dedito a un’inteligente rivisitazione del patrimonio

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Oxhuitza: ‘Oxhuitza’ (Mirror Records)

La prima notizia è che Mirror Records, la nuova etichetta nata in seno ad AMS/BTF, è diretta artisticamente da Fabio Zuffanti. Il musicista simbolo del new prog italiano, titolare di una vasta ed eterogenea discografia, mette a disposizione la sua lunga esperienza in veste di produttore. Figure come lui, Roversi,

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Psycho Praxis: ‘Echoes From the Deep’ (Black Widow)

Il classico suono Black Widow. In tempi di indifferenziazione, di appiattimento e omologazione, che una indie label – autenticamente indie, va sottolineato… – come BWR sia alfiera di un sound così riconoscibile e peculiare è cosa davvero importante. Gli Psycho Praxis non scelgono a caso la scuderia in cui entrare

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Ifsounds: ‘Red Apple’ (Melodic Revolution)

A volte lavorare nella “nicchia” si rivela un bene. E’ possibile gestire i propri tempi, provare a cambiare pedine e componenti, sperimentare nuovi ingredienti, togliere o aggiungere a seconda degli obiettivi, senza pressioni e per il solo gusto di sperimentare. Il panorama progressive conosce moltissime realtà del genere, Italia compresa:

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Azure Agony: ‘India’ (SG records)

Dove va oggi il progressive metal? Domanda difficile: il genere ha assunto e perso la sua identità nel giro di qualche anno, affermandosi come rilettura possente e elettrica di certo rock sinfonico, ma subito tramutandosi in passerella per virtuosi e non in trampolino di lancio per la fantasia e l’imprevisto.

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