Progressive

Taproban: ‘Strigma’ (Musea Records)

“Buone cose di pessimo gusto”. Credo che la definizione di kitsch più efficace sia proprio quella di Guido Gozzano, che consapevolmente o meno è stata accostata tante volte ai gruppi progressive, in particolare quelli delle generazioni più recenti. Non che i Taproban siano kitsch, ma l’estetica rock dal post-punk in

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Secret Tales: ‘L’antico regno’ (Black Widow)

Quando mi occupo di Black Widow, finisco inevitabilmente col parlare di “Black Widow sound”. Come accaduto con le grandi etichette del passato, dalla Motown alla Vertigo, il lavoro dietro alla selezione e alla cura di una scuderia è preciso, meticoloso: BWR da anni si occupa di un lotto di artisti

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Conqueror: ‘Stems’ (Ma.Ra.Cash)

The everchanging Conqueror. I ragazzi siciliani, ormai attivi da un ventennio, sono tra i pochi ad aver coniugato l’istanza prima del progressive – il cambiamento, l’evoluzione, la progressione – con l’esigenza di non snaturare la propria proposta conservandone immutati i tratti somatici. La loro discografia, giunta al quinto titolo, è

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Four Books In The Ground: quattro nuovi libri sul prog italiano

FOUR BOOKS IN THE GROUND …quattro nuovi libri tra progressive italiano e dintorni… La macchina editoriale sul progressive-rock – e in particolare sul microcosmo italiano – non conosce battute d’arresto negli ultimi tempi. Quattro testi hanno catturato la nostra attenzione poichè insieme, con diversi approcci e differenti tematiche, rappresentano un

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The Opium Cartel: ‘Ardor’ (Termo Records)

A vedere quella copertina – tramonto alle spalle, natura incontaminata, innocenza e turbamenti – si capisce già molto di questo nuovo progetto. A ricordarsi dell’esperienza dei nomi coinvolti – Jacob Holm-Lupo, Mattias Olsson, Tim Bowness – è ancora più nitida la direzione intrapresa. The Opium Cartel è un nuovo organico

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