Donato Zoppo

The Rhythm Method (diary): 12 marzo 2013

E l’Artista disse: “Maestro, parlaci dell’Ispirazione”. “Inspiration comes to you”, mi disse il compianto Joe Zawinul nel corso di un’indimenticabile intervista. Se non vado errato era un assolato pomeriggio del 16 luglio 2005: un afoso backstage del Teatro Romano di Benevento, grande attesa per una speciale serata della rassegna Colori

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Psycho Praxis: ‘Echoes From the Deep’ (Black Widow)

Il classico suono Black Widow. In tempi di indifferenziazione, di appiattimento e omologazione, che una indie label – autenticamente indie, va sottolineato… – come BWR sia alfiera di un sound così riconoscibile e peculiare è cosa davvero importante. Gli Psycho Praxis non scelgono a caso la scuderia in cui entrare

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Back In Time: Le Vie della Musica (28 febbraio 2003)

Dieci anni fa, venerdì 28 febbraio 2003, apparve sulle colonne di Le Vie della musica (inserto quindicinale del Sannio Quotidiano) il mio secondo articolo di quella freschissima collaborazione. Dopo la lunga intervista di due settimane prima, contribuivo con un editoriale sul festival di Sanremo, che quell’anno si svolgeva proprio alla

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Prog: risposta a Enzo Alfano

Regola n. 7 del prezioso ottadecalogo del Dalai Lama: “Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo”. Giusto. Sacrosanto, oserei dire. E la cosa mi riguarda molto da vicino: ho fatto attendere più di tre mesi Enzo Alfano, che tempo fa espresse alcune critiche al

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Dissòi Lògoi: ‘Nyx’ (Auditorium)

Come ho conosciuto i Dissòi Lògoi? Sarà stato il 1996: ero un famelico lettore di “Avvenimenti” – rivista che rimpiango e che spesso allegava ottimi cd – e l’uscita della settimana era una raccolta di gruppi del festival di musica etnica di Tarquinia. Galeotto fu il titolo: “Notturno Etrusco”. Ricordo

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Walter Marocchi Mala Hierba: ‘Alisachni’ (Working Bee)

Colpa di “Apolide”. In quell’attacco che dichiara un’adesione al jazz-rock, in quell’unisono sax/chitarra che rimanda inevitabilmente alla lezione del Perigeo, c’è solo una parte del mondo sonoro esplorato da Walter Marocchi nel suo nuovo disco. Mai come questa volta il suo progetto Mala Hierba – forse sarebbe meglio considerarlo una

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