Dal docufilm presentato al Sarajevo Film Festival al quinto disco dell’eclettico compositore, sempre in bilico tra colto e popular: nove brani visionari e dalle diverse prospettive d’ascolto, da Van Gogh a Nick Drake. Presentazione a Napoli in Auditorium Novecento il 21 maggio

MAX FUSCHETTO
SNIPER ALLEY – TO MY BROTHER
NovAntiqua Records | distr. Note 1 Music/Egea Music/Ledisquaire
9 tracce | 27.15 min.

«Non mi era mai capitato di scrivere su una richiesta specifica che riguardasse un film. Le mie musiche utilizzate nei lavori documentaristici e cinematografici sono sempre state prese da miei precedenti album. Questa volta ho pensato fosse il momento giusto di accettare. Non ho mai pensato di realizzare un commento sonoro alle immagini, non sarebbe stata una prova di fronte a un tema così importante, bensì un’occasione persa. Così ho deciso di procedere sforzandomi di inventare una dimensione possibilmente nuova per ogni passaggio della sceneggiatura, e quindi per ogni frammento della trama musicale complessiva, mettendo insieme tutte le risorse mentali e tecniche che avevo a disposizione».

Immagine e musica, pellicola e composizione. Un invito allettante, quello che i registi Cristiana Lucia Grilli e Francesco Toscani hanno proposto a Max Fuschetto: le musiche inedite per un lungometraggio toccante, incentrato sulla sofferenza e sulla memoria, su Sarajevo. Max Fuschetto, sempre disponibile a nuove sfide compositive e colpito dalla storia di Džemil Hodžić, ha tenuto fede al suo modo di fare originale e imprevedibile: ha evitato una colonna sonora e ha lavorato all’idea di un paesaggio sonoro indipendente. È nato così Sniper Alley – To My Brother (il suo secondo album per l’etichetta modern-classical NovAntiqua), che si intitola come il docufilm di Grilli e Toscano, presentato in anteprima alla 30ma Edizione del Sarajevo Film Festival.

In questo quinto e atteso album, a tre anni dall’apprezzato Ritmico Non Ritmico (disco dell’anno per Ondarock), l’eclettico compositore campano – una delle figure più intriganti del panorama contemporaneo, sempre in movimento nel dialogo tra colto e popular, tra musica e altre aree artistiche – ha lavorato ancora una volta seguendo un itinerario nuovo. Lo spunto è inevitabilmente il contenuto del film. Sniper Alley racconta la storia di Džemil Hodžić e del suo progetto per preservare la memoria fotografica dell’assedio di Sarajevo (1992-1996). Attraverso la tragedia personale di Džemil, che assiste alla morte del fratello sedicenne Amel per mano di un cecchino, il film esplora l’infanzia interrotta dalla guerra e la capacità dell’arte di trasformare il dolore in memoria e resistenza. Fuschetto ha composto i nove brani prendendo ad esempio la pittura di Van Gogh o Francis Bacon, come lui stesso ricorda:
«In L’église d’Auvers-sur-Oise, vue du chevet di Van Gogh, attraverso una tensione delle linee, data da veloci pennellate che spingono verso l’esterno o creano vortici interni, l’edificio e il contesto circostante ne risulta stranamente deformato e questo, nell’insieme, crea una visione ipnotica, psichedelica, surreale, modernissima. Oppure la pittura di Francis Bacon che ha indagato nuovi rapporti tra le figure e il resto del quadro: isolamento, inglobamento quasi mimetico in cui il confine tra figura e sfondo diventa effimero, nessuna relazione esplicita tra le figure in primo piano, a cui spesso mancano anche i connotati, come il viso – così da rendere ambiguo anche il concetto stesso di figura. Sniper Alley è anche questo: un continuo deformare e frammentare, far perdere i connotati alla materia sonora; Sniper Alley consegna alla mia scrittura la rinascita attraverso l’esperienza del dolore insieme al colore della speranza».

Come sempre i lavori di Max Fuschetto sono caratterizzati dalla complessità del paesaggio sonoro, dalla compresenza di diversi piani d’ascolto, da differenti prospettive che si incrociano per la ricchezza degli spunti, non solo prettamente musicali ma anche letterari e artistici (come No Man Is An Island, nata dalla celebre poesia di John Donne), con le composizioni che si specchiano tra di loro (ad es. The Good Morrow, un arrangiamento vocale del corale di Opalescent Pendulum su testo ancora di Donne). In omaggio alla perpetua sperimentazione e alla ricerca del nuovo, stavolta Fuschetto ha suonato anche altri strumenti: accanto al fedele oboe e al sax soprano, chitarra, basso e tastiere sono opera sua. Come di consueto è stato regista di un’operazione collettiva, con la presenza di musicisti quali ad esempio Enzo Oliva e Cosimo Morleo, assidui collaboratori sia in studio che dal vivo.

Se nel precedente album Max Fuschetto ha omaggiato il genio melodico di Lucio Battisti, stavolta in L’Escalier De Drake il pensiero è andato a Nick Drake, spirito guida di un gesto creativo sorprendente per lo stesso autore: «Mentre sperimentavo melodia e armonia ho ricevuto improvvisamente in dono una guida: molti anni fa avevamo suonato dal vivo Cello Song di Nick Drake di cui però ricordavo solo qualcosa di indefinito. Proust ci insegna che nell’atto creativo una memoria imperfetta può essere molto più potente nei risultati di una più precisa nei dettagli. In realtà quella illuminazione rappresentava una sorta di madeleine; toccando dei suoni affiorava qualcosa, una direzione. Ho seguito questo qualcosa e ne è nata la parte B di L’Escalier de Drake. Per curiosità, dopo qualche giorno, ho ascoltato Cello Song e naturalmente non c’entrava nulla, ma lo spirito di Nick Drake, in una forma trasfigurata, era e sarà sempre lì, in quelle note, in quei suoni, nella semplice scala pentatonica con cui è costruita quella seconda parte, ripetuta, con una sottile variazione; un’eco di eternità che attraversa le cose, il mondo e ogni tanto arriva a toccarci».

Sniper Alley – To My Brother sarà presentato il 21 maggio in un atteso concerto a Napoli: appuntamento dal vivo in uno dei luoghi di culto per la musica partenopea, ossia l’Auditorium Novecento.

Max Fuschetto:
http://www.maxfuschettomusic.com