Ieri durante una pausa caffè – che non ho bevuto – allungatasi oltremodo, ho riletto voracemente Banana Moon di Bruno Casini. Fu pubblicato da Editrice Zona nella primavera del 2008 ma, stando alla noticina che scrivo sempre su ogni frontespizio, ho ricordato di aver ricevuto la copia brevi manu da Silvia Tessitore al MEI del 2009.
Mi piace la scrittura generosa di Bruno, fitta di nomi dettagli sensazioni umori ricordi brividi sogni risalenti a un’epoca d’oro, non solo per Firenze. Un flusso talmente particolareggiato da diventare colonna visiva dell’epica sonora del Banana Moon. E quante partecipazioni in quello storico club, dal 1977 al 1980: Franco Battiato, Ivan Cattaneo, Alberto Camerini, Roberto Cacciapaglia, gli Etron Fou, i Gaznevada, i Café Caracas, i Neon, poi la scoperta degli Zeit, che non ho mai ascoltato ma che pare siano stati una sorta di Aktuala mistici, dai furori cosmici alla concretezza – troppa, senza poesia – degli anni ’80.
C’era una volta un freak-rock club a Firenze, sul finire degli anni Settanta.