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Mantric Muse: ‘Mantric Muse’ (Transubstans)

A differenza di altri generi o correnti, lo space rock – come il doom, lo stoner e certo indie – ha geneticamente impressa in sè una staticità di fondo. Basta pensare alle discografie di band pur leggendarie come Hawkwind e Ozric Tentacles per capire quanto possa essere limitato tale schema.

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Marchesi Scamorza: ‘La sposa del tempo’ (Flow Double H Records)

Gioventù progressive all’assalto! E’ la volta dei Marchesi Scamorza, un nome bislacco – decisamente in linea con la grande tradizione del nostro prog – dietro il quale si cela un’agguerrita formazione ferrarese, nata da qualche anno e subito giunta al sospirato full-lenght. Mentre una larga fetta del rock contemporaneo italiano

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Oresund Space Collective: ‘Give your brain a rest from the matrix’ (Space Rock Productions)

Riposo per il cervello, nuovo acido, passi in altri mondi, massaggi cerebrali. Esplicito più che mai, l’Oresund Space Collective torna con il suo inconfondibile space-prog psichedelico, come sempre pieno zeppo di riferimenti chiari ed evidenti ad un’epoca d’oro. Quella dell’allargamento della coscienza, del rock come veicolo di liberazione interiore ed

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The Balmung: ‘Le porte della noia’ (The Balmung)

Il progressive e la contemporaneità. Due concetti quasi antitetici, visto che i nostri tempi sono così alieni all’idea di produzione e fruizione musicale tipica dell’epoca d’oro. Due concetti che si scontrano di fronte a tanti dischi di oggi, pensiamo al debutto dei The Balmung. Siamo noi ascoltatori del 2012 a

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