Radio

Prog: risposta a Enzo Alfano

Regola n. 7 del prezioso ottadecalogo del Dalai Lama: “Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo”. Giusto. Sacrosanto, oserei dire. E la cosa mi riguarda molto da vicino: ho fatto attendere più di tre mesi Enzo Alfano, che tempo fa espresse alcune critiche al

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Dissòi Lògoi: ‘Nyx’ (Auditorium)

Come ho conosciuto i Dissòi Lògoi? Sarà stato il 1996: ero un famelico lettore di “Avvenimenti” – rivista che rimpiango e che spesso allegava ottimi cd – e l’uscita della settimana era una raccolta di gruppi del festival di musica etnica di Tarquinia. Galeotto fu il titolo: “Notturno Etrusco”. Ricordo

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Walter Marocchi Mala Hierba: ‘Alisachni’ (Working Bee)

Colpa di “Apolide”. In quell’attacco che dichiara un’adesione al jazz-rock, in quell’unisono sax/chitarra che rimanda inevitabilmente alla lezione del Perigeo, c’è solo una parte del mondo sonoro esplorato da Walter Marocchi nel suo nuovo disco. Mai come questa volta il suo progetto Mala Hierba – forse sarebbe meglio considerarlo una

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Ifsounds: ‘Red Apple’ (Melodic Revolution)

A volte lavorare nella “nicchia” si rivela un bene. E’ possibile gestire i propri tempi, provare a cambiare pedine e componenti, sperimentare nuovi ingredienti, togliere o aggiungere a seconda degli obiettivi, senza pressioni e per il solo gusto di sperimentare. Il panorama progressive conosce moltissime realtà del genere, Italia compresa:

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I Compagni di Baal: ‘I Compagni di Baal’ (Jolly Roger)

Lo confesso: ultimamente il modello hard-progressive, soprattutto quello a tinte fosche e tematiche esoteriche, mi ha un po’ stancato. Gli manca la fantasia, il gioco dell’imprevisto, la capacità di alternare potenza e dramma, durezza e deviazioni, vigore e sorprese. Con tutti i limiti di un progetto molto ingenuo, il debutto

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Azure Agony: ‘India’ (SG records)

Dove va oggi il progressive metal? Domanda difficile: il genere ha assunto e perso la sua identità nel giro di qualche anno, affermandosi come rilettura possente e elettrica di certo rock sinfonico, ma subito tramutandosi in passerella per virtuosi e non in trampolino di lancio per la fantasia e l’imprevisto.

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