Nomen omen. Chiamandosi Profusion, una band non può che evocare una connessione tra progressive e fusion. Ma probabilmente c'è anche dell'altro: quella “profusione” di suoni a cascata tipica di tante formazioni prog, soprattutto quelle che veleggiano verso il metal e in generale verso l'hard sound. La band senese esprime entrambe le opzioni, consegnando a “Rewotower” un'idea di suono, una progettualità e una direzione.

Nati dalle ceneri dei Mardi Gras Experience nel 2002, i ragazzi pubblicano nel 2006 il debutto “One Piece Puzzle” e arrivano a questo secondo album con cambi di formazione, partecipazioni importanti dal vivo e il sostegno del'americana Prog Rock Records. Con il nuovo vocalist Luca Latini, ospiti come Simon Hosford e la voglia di ribadire la propria presenza, i Profusion puntano dritti al connnubio groove + melodia. Grazie a una sezione ritmica compatta e grintosa e al canto di Latini, pezzi come “Ghost house” e “Chuta chani” funzionano molto bene, così le mini suite “The tower” e “Dedalus falling”.

I Profusion partono dal modello di “Awake” (vedi “Treasure Island”), dunque un prog metal ben bilanciato, con una spiccata propensione melodica. Come sempre accade per i gruppi al debutto o alla “ripartenza”, la voglia di dire tutto conduce alla prolissità e i Profusion non si esimono, riscattati tuttavia da uno slancio ben interpretato da Latini. Certo non mancano i momenti di raffinatezza (“Taste of colours”, la ballad “So close but alone”, deviata al momento giusto da preziosismi soul e jazz) e la matrice AOR/class metal, per quanto prevedibile, aggiunge pathos all'opera.

Un convincente secondo disco per una band che, nonostante stereotipi e qualche momento di staticità, merita attenzione.

http://www.profusion.it

D.Z.