Derek Taylor la sapeva lunga. L’addetto stampa dei Beatles non poteva non saperla lunga. Così quando ascoltò per la prima volta Good Vibrations dei Beach Boys nell’autunno del 1966, gli si aprirono le porte della percezione e la definì una “pocket symphony”.

È ancora oggi intrigante questo concetto della sinfonia tascabile, che unisce la ricchezza e la profondità della cultura europea al gusto pragmatico della portabilità a stelle e strisce. Intorno alle sinfonie tascabili, e intorno a tanto altro come dei cerchi concentrici, Gabriele Marangoni ha scritto il suo ultimo libro. Si intitola Pocket Symphonies. Breve introduzione ai confini tra rock e musica classica e lo ha pubblicato Arcana.

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