Riposo per il cervello, nuovo acido, passi in altri mondi, massaggi cerebrali. Esplicito più che mai, l’Oresund Space Collective torna con il suo inconfondibile space-prog psichedelico, come sempre pieno zeppo di riferimenti chiari ed evidenti ad un’epoca d’oro. Quella dell’allargamento della coscienza, del rock come veicolo di liberazione interiore ed esteriore, della sostanziale identità tra studio e palco. E poi oggi trovare buoni acidi è così difficile, l’OSC si propone come surrogato sonoro di qualità…

“Give your brain a rest from the matrix” è il quattordicesimo disco del collettivo scandivano/transnazionale, ormai inarrestabile vista la singolarità delle sue pratiche di incisione. Il 26 settembre 2010 – il terzo giorno delle sessions che porteranno alla nascita di altri due album – il gruppone si è chiuso in sala d’incisione e ha tirato fuori quattro pezzi chilometrici, in seguito assemblati in questo eccitante lavoro.

Per l’occasione il collettivo ha avuto anche la partecipazione di Johan Dalstrom della First Band From Outer Space, Matthias Danielsson dei Gosta Berlings Saga, KG dei Siena Root. Quasi eccessivo nel suo oceanico dilatarsi, l’album è una torrenziale sequenza che racchiude tutte le anime della psichedelia, passata e presente, con scelte strumentali dal forte simbolismo: il sitar che richiama ai misteri dell’Oriente, le turbolenze dei synths che rinviano all’epica degli Hawkwind, la ripetizione in crescendo di cellule sonore che riporta alla mente il lento torpore creato da Terry Riley.

Molto più rilassato e meditativo dei precedenti lavori, evocativo di riposi da post volo lisergico, “Give your brain” è come al solito un ascolto imperdibile per i fans dell’acid rock contemporaneo. Inutile aspettarsi altro dall’OSC, interprete oramai autorevole di un pensiero e di un’epoca.

http://www.oresundspacecollective.com

D.Z.