Tra le formazioni inglesi di progressive-rock, i Mostly Autumn sono uno dei nomi più prolifici, sia in studio che dal vivo. Attivi dal 1996 e autori di una discografia mai eclatante ma ben assestata su un sound debitore di Pink Floyd e Renaissance, Genesis e Mike Oldfield, i Mostly Autumn debuttarono nel 1998 con quel “For all we shared” che sancì l’inizio di un percorso interessante e gonfiato a dovere, soprattutto da tanta stampa britannica.
“That night in Leamington” è una bella fotografia della band on stage nel 2010, all’epoca ancora guidata dal trio di fondatori Bryan Josh (voce e chitarre), Heather Findlay (voce) e Iain Jennings (tastiere), benchè l’importanza storica del disco risieda proprio nel successivo abbandono della vocalist, subito sostituita da Olivia Sparnenn, già presente in questa occasione. Si tratta infatti dell’ultimo show di Heather con i MA prima dell’uscita in vista della propria carriera solista.
Nel doppio live-album l’ottetto spazia tra i momenti più significativi della propria storia, trascorsa all’insegna di quel progressive-rock leggero e folkeggiante, arioso e melodico ma con sprazzi pungenti che lo rendono vivo e coinvolgente. Pensiamo a “Caught in a fold”, “The spirit of autumn past” e le classiche “Heroes never dies” e “Evergreen”, come sempre offerte con affiatamento ed eleganza. E’ interessante anche verificare il percorso di “alleggerimento” che la band ha avuto, complice una maggior apertura a un vasto pubblico con la consegna del progetto a una forma-canzone più stringata.
Un abbondante live da parte di una band che ha detto molto ma che ha goduto anche di una notevole sopravvalutazione.
D.Z.