Chi cazzo è Elvis? Dopo averci ricordato che l’indie rock fa vomitare, i sanniti Chaos Conspiracy minano alle basi il rock ‘n’ roll con fare a dir poco irriverente: Elvis è il simbolo dell’intrattenimento e dell’industria culturale americana, il funkcore della band si candida come l’alternativa rivoluzionaria e bombarola. In Who the fuck is Elvis? (OverDub Recordings) i tre si abbeverano nuovamente alla scuola del rifferama tutto vetriolo e immaginazione al potere, dai Living Colour agli At The Drive In, dagli ultimi Anthrax ai Rage Against The Machine, consolidando gli ottimi risultati del precedente album. Free rock strumentale incentrato su riff multiformi e visionari, su un impatto chirurgico, su atmosfere che saltano con disinvoltura dal postcore sismico al funk acido. Altro che Love me tender.
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A Pino Ciccarelli di Elvis interessa ben poco: il poliedrico fiatista napoletano viene da un mondo avulso ai lustrini dello show business. Il mondo delle feste patronali, dei cortili illuminati dalla luna nelle notti estive, delle bande in marcia tra arie classiche e inni alle madonne, dei carillon piccini e magici e dei divi in passaggio guardati a bocca spalancata: della musica come componente dei costumi sociali, non come orpello lucidato che nasconde un registratore di cassa. E’ proprio questo mondo scomparso che il Concerto Musicale Speranza prova a rievocare: La questua dei musici ambulanti (Polosud) è un viaggio felliniano che attraversa jazz e folk con eccentricità e fantasia. Se il primo lp presentava Ciccarelli come strumentista emozionante, ora si evince il suo talento di “regista”, direttore di una band antica e postmoderna al tempo stesso.
www.pinociccarelli.com
Si chiude il sipario. Teatro-canzone che spinge sul jazz, sulla sperimentazione sonora, sulla parola poetante e cantante che dà forma a un percorso sonoro. Basta il nome: Il Magnetofono. Roba fumosa che tira in ballo nastri polverosi, bobine scricciolanti, intrattenitori notturni tra whisky e fatalone. Ascoltatelo soffermandovi sulla galleria di immagini di Osvaldo Oz Casanova, che capovolgono il rapporto con l’album facendolo diventare la colonna sonora delle illustrazioni: canzoni curiose dall’andatura surreale e sinuosa, Alan Bedin interprete sicuro e flessibile, perfetto nell’incarnare lo spirito inquieto e non convenzionale del progetto. Freak Antoni, Capovilla e Vincenzo Vasi perfezionano un album già compiuto, che riesce ad essere criptico e comunicativo. Anzi magnetico.
www.ilmagnetofono.it
D.Z.