Sarà che la band si chiama Los Carmelos Traballeros, sarà che i pezzi dicono pane al pane e vino al vino, che la schitarrata ruvida arriva al momento giusto come un balsamo elettrico: insomma, Carmelo Amenta mi piace. Certo, il suo secondo lp I gatti se ne fanno un cazzo della trippa ha alti e bassi (con gli alti davvero eccellenti, penso alla title-track o a Per i vermi siamo tutti uguali), ma l'idea di base è convincente. Ovvero: Nick Cave a braccetto con Cesare Basile, il folk-blues caro a Mark Lanegan vira tra toni seppia e clima notturno. Il cantautore siciliano piazza un lotto di pezzi ben congegnati (ai quali affianca anche i cinque brani dell'Ep Non dimenticare di abbeverare le piante), Los Carmelos lo assecondano bene, appuntamento al terzo lavoro per capire fino in fondo l'humus nel quale striscia l'enigmatico Amenta.

http://www.carmeloamenta.it

Intermezzo policromatico per palati fini. Se è vero che il nome sprigiona senso, verità, direzioni, Sineterra dice già tutto. Napoli come sede materiale e condizione dello spirito, Canterbury e l'Islanda luoghi mentali ai quali abbeverarsi, l'acqua del Mediterraneo un lavacro nel quale calare macchie e imperfezioni, rimasugli dell'Argentina tanguera così presente nel primo album. Con Fadisia il collettivo abbraccia varie esperienze sonore diventando l'incantata colonna sonora di un viaggio immaginario. Dal felpato passo wyattiano (Charles Ferris fa un po' il Mongezi Feza della situazione) all'incanto dei Madredeus, dalle cascate di suoni alla Sigur Ros all'incedere onirico di Alice Coltrane: dedicategli molto più di un ascolto per assaporare sfumature, assonanze e reminiscenze.

http://www.sineterra.com

Nomi nomi nomi. Mia ossessione, lo so, come le copertine (vecchio rockero di merda che sono). Però ti vedo un collage surreale e un gruppo che si chiama Anelli Soli e penso subito a qualcosa di cosmico e misterioso, un arcano da svelare esclusivamente con ripetuti ascolti. Qui ne basta solo uno: i fratelli Luca e Marco Anello sono gli Anelli di cui sopra, non soli ma accompagnati dal tastierista Antonio Stella in un'ipotetico abbraccio tra i Verdena di Wow e i Flaming Lips. Tanto per intenderci: indie-rock dall'andatura zoppicante, dal testo che fa di tutto per tenerti sul chi va là, dal gusto tutto suo per suoni lontani e vagamente psichedelici, quelli che tanto piacciono a Nino Bruno e le 8 Tracce. Per ora può andare, ma il prossimo disco lo vogliamo più deciso.

http://www.anellisoli.com

D.Z.