Sculettare. Ancheggiare. Gridolini. Un profondo senso di pulsazione che ti fa ribollire il sangue. Bobby Soul sa bene quali sono le conseguenze del groove, misterioso segreto che si cela dentro ogni solco di black music: il nuovo disco ne è testimonianza perfetta. Conseguenze del groove è la sapiente miscela che il profeta del funk italiano realizza puntando alla varietà più che all’unità, alle polimorfiche dimensioni del ritmo nero più che al senso di ipnotico torpore caro a tanto funk. Ben 18 tracce che spaziano dal funky-rock al soul e all’R&B, con una dedizione alla causa e un impegno sorprendenti a fronte della gioia così travolgente che emerge dall’album. Gastones, Knickers e Bonobos Boracheros le band di accompagnamento, tanti ospiti e uno spirito guida, quello dell’indimenticato Ernesto De Pascale, indiscusso ambasciatore di tanta cultura nera nel nostro paese. Focoso.
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Viscerale e “fisico” in modi e forme diverse, Fabrizio Cammarata deve molto alla sua sicilianità. L’isola gli ha donato quell’apparente scontrosità che in realtà cela curiosità e apertura al mondo: non è un caso che nel suo orizzonte culturale e musicale Bob Dylan, Ry Cooder e Neil Young siano prevalenti rispetto a Battiato e Carmen Consoli. Songwriter all’americana ma figlio della sua generazione, di quelli che amano Iron And Wine, Piers Faccini e Mumford & Sons, Cammarata si mette in proprio senza lasciare i The Second Grace, sposa la causa Capossela affidandosi a JD Foster (Calexico) e più in generale a una rock-song acustica insaporita di tex-mex, blues e lontani sapori caraibici e appalachiani. Rooms è un gran bel disco, delicato e “selvatico”, levigato e impetuoso, con una manciata di grandi pezzi – Alone and alive la più gettonata – come non capitava di ascoltare da tempo.
http://www.fabriziocammarata.com
Luca Gemma non è certo un novellino, come Bobby Soul conosce bene la materia con cui si creano le canzoni, e proprio per questo il suo Supernaturale reagisce alla prevedibilità della costruzione canonica puntando alla spiazzante sicurezza di un ambiente casalingo. L’ex Rossomaltese sfodera undici pezzi che vanno dritti all’ascoltatore, senza mezzi termini e senza perdere di vista il taglio autorale che significa labor limae e cesello. Il vecchio collega Pacifico lavora su altri lidi, Gemma invece ha un suo pulsante intimismo e una cultura musicale che gli consente di esplorare possibilità roots-rock e di scavare nelle memorie beatlesiane. Un buon disco di rock italiano, concepito senza grilli per la testa e suonato senza tanti fronzoli, per restituire ciò che era quando è nato. Sincero.
http://www.lucagemma.com
D.z.