Lo ricordavo con piacere nei Nihil Project con Antonello Cresti. Se l’ex sodale ha intrapreso la via del saggista tra rock ed esoterismo, Andrea Gianessi ha proseguito mettendo in musica l’inquietudine del musicista sensibile e di cultura, ipotizzando un aggiornamento della canzone di bandiera e meditazione cara a Claudio Rocchi. Nel suo debutto La via della seta il chitarrista racconta un’Italia allo sbando abbeverandosi ad Aktuala e Camisasca, a Battiato e Di Martino, giocando sulle connessioni acustiche e world che Mauro Pagani ha sapientemente sviluppato. Un disco sul viaggio interiore, giocato con strumenti evocativi di tragitti marini (bouzuki, bodhran, flauto), sulle rotte di una ribellione “aristocratica” e per questo preziosa.
http://www.andreagianessi.it
Alla ricchezza di Gianessi – uomo di gruppo che si affida all’ensemble – Pino Forastiere risponde con la magica solitudine della sua chitarra acustica. From 1 to 8 è l’ottavo disco dell’autorevole chitarrista e raccoglie otto studi: una reazione dichiarata ed esplicita al proliferare del chitarrismo acustico concepito come mera occasione performativa da affidare a YouTube e al rito delle visualizzazioni. Forastiere non ha certo bisogno di dimostrazioni dopo lavori eccellenti da solo, in trio e con l’orchestra, ma nell’ampio dispiego di tecniche e nella varietà stilistica di un album che alterna arpeggi e tapping, blues e minimalismo, si conferma indiscutibile maestro.
http://www.forastiere.it
Proprio guardando agli anni ’60 italiani e al pullulare di quell’underground che veleggiava verso il prog senza dimenticare le piccole grandi conquiste del beat, Nino Bruno trova la sua originalità. Con il suo gruppo Le 8 Tracce – come sempre fedele al Dogma 8, ovvero registrazione e produzione completamente analogica in regime di 8 tracce – il chitarrista napoletano ha trovato un equilibrio felice e per questo immodificabile, che persiste anche in Sei corvi contro il sole. E’ finalmente l’album della consacrazione, non solo per la presenza di Every Single Moment In My Life Is A Wear Wait voluta da Paolo Sorrentino per This must be the place, ma anche perchè il sound di Nino trova qui perfetta definizione. Tra Syd Barrett e Battisti, tra Equipe 84 e Roky Erickson, la canzone di Bruno è sempre barcollante e acidula, dolciastra e mai esplicita. Un languore pop-psichedelico tutto da gustare.
http://www.ninobruno.it/
D.z.