I Genesis sono un antico, antichissimo amore.
Se è vero che siamo esseri composti anche dalle nostre scoperte, dalle nostre letture, dai nostri ascolti, la mia composizione di individuo ha preso molto da dischi come Nursery Cryme e Wind And Wuthering – ma anche dal terzo e da Us di Peter Gabriel, o dal disco dei tarocchi di Steve Hackett. Amo tuttora la tensione lirica, a volte drammatica, l’apertura all’imprevisto, il tema alchemico della fiaba, le atmosfere vittoriane nebbiose. Peccato che con il passare degli anni e la progressiva semplificazione del linguaggio, la band abbia perso magia e teatralità.

È sempre un piacere scrivere sui Genesis, l’ho fatto con un libro a me caro per Mimesis qualche anno fa e quando capita cerco sempre di menzionarli, vedi Opera Rock. Ho accolto con grande gioia la proposta del massimo esperto internazionale in materia, l’amico Mario Giammetti, e ho partecipato a questo speciale pubblicato da Sprea Editori.

Dopo le monografie di Classic Rock su David Bowie, Bob Dylan e Jimi Hendrix, anche i Genesis ottengono un ricco approfondimento. La squadra è validissima: Andrea Bassato, Giovanni De Liso, Massimo Pola, Alessandro Bosi, Massimo Satta, Marcello Aprile. Ognuno con un po’ di album a testa, e con degli spazi speciali dedicati alle singole attività di Peter, Steve, Phil Collins, Tony Banks, Mike Rutherford, Anthony Phillips.

Sono felice di segnalarlo oggi, in occasione dei 74 anni di Phil, the singing drummer.
La prossima settimana in edicola.

https://sprea.it/rivista/50139-classic-rock-speciale-n20