Skank Bloc Records pubblica – come sempre esclusivamente su cassetta – il terzo titolo del musicista romano di stanza in California. Canzoni elettriche ‘con la giacca’ che tendono al futuro prossimo e completano la ‘trilogia del tempo’
“Riascoltandole a fine missaggio, mi sono reso conto che le nuove canzoni tendono al futuro prossimo. Quindi ho pensato all’album precedente, Memorie del nervo ottico, chiaramente un omaggio ai ricordi. Mentre il primo, I demoni nel taschino, l’ho sempre visto come un disco ispirato dalle cose che mi accadevano in quel periodo, quindi del presente. È stato un caso, credo”.
Non un concept album, ma qualcosa che gli si avvicina. Forse il caso, molto più probabilmente un percorso di consapevolezza nel songwriting, fatto sta che La struttura del vuoto, il terzo album – anzi la terza cassetta: si tratta pure sempre di una pubblicazione Skank Bloc Records – di Griselda Masalagiken completa quella che l’autore ha ribattezzato la “trilogia del tempo” all’insegna di un rock più acceso,incisivo, elettrico.
Nove brani nati in California, a Los Angeles, dove il musicista romano risiede da anni, compongono una cassetta che rafforza la fisionomia del catalogo Skank Bloc dopo le uscite di Insetti nell’Ambra e Luciano Chessa. L’impostazione di fondo, quasi un leitmotiv artistico dell’etichetta, è questa preziosa autarchia musicale, l’incontro tra la filosofia DIY e un profilo d’autore. Rispetto ai due precedenti lavori per Skank Bloc, La struttura del vuoto ha una differenza notevole, sottolinea Griselda: “L’avvento della chitarra elettrica. Nel secondo album avevo suonato esclusivamente la chitarra acustica, mentre il primo era completamente sintetico, niente chitarre. Sentivo il bisogno di un disco elettrico, concentrato, saturo, a maggior ragione dopo un album piuttosto nudo. La struttura del vuoto è decisamente più vestito, alcune canzoni me le immagino con la giacca”.
Griselda Masalagiken, romano, suona e scrive canzoni sin dalla tenera età e si ispira al suo girovagare per il mondo. Dopo il soggiorno in Germania, a Zurigo conosce Lapo Boschi della Skank Bloc Records, con la quale debutta nel 2012 con I demoni nel taschino. Trasferitosi in California partecipa a diversi progetti losangelini sia studio che live (Historian, Mothers of Mars, Congo Red, Diaz, Vintage Fiction). Nel 2017 Skank Bloc pubblica Memorie del nervo ottico, due anni dopo La struttura del vuoto. Griselda si dedica anche alla scrittura e con un altro pseudonimo pubblica una raccolta di racconti per i tipi di Meridiano Zero.
Appassionato tanto di De André quanto dei Soundgarden, Griselda Masalagiken ha assorbito le sonorità indie/alternative/grunge degli anni ’90, è influenzato da Radiohead, Mark Lanegan, Nick Drake e Led Zeppelin, ma nelle canzoni di La struttura del vuoto l’Italia prevale sulla California. “Non credo che la vita losangelina mi ispiri più di tanto. Forse all’inizio, sfruttando l’effetto novità, ma ormai questa è casa e dopo tanti anni ci si abitua. Alla fine in un progetto solista ti trovi costretto a scavare all’interno, e io all’interno sono Mar Mediterraneo, non di certo Oceano Pacifico. Anche la scelta di cantare in italiano è la più naturale possibile. Anzi, non ho dovuto nemmeno scegliere”.
Griselda Masalagiken:
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